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venerdì 14 ottobre 2011

Berlusconi parla e la borsa affonda: una regola

Nella mattinata di ieri Silvio Berlusconi ha parlato alla Camera accompagnato dagli immancabili sbadigli di Umberto Bossi. Qualcuno dovrebbe fargli presente che il suo posto è in una casa di riposo, non in Parlamento.
In ogni caso il discorso del premier non ha mostrato niente di nuovo sotto al sole, le opposizioni, che hanno abbandonato l'aula, non si sono dunque perse niente che non abbiano già sentito.

"il governo non ha alternative" ; "le opposizione sono divise" e solite dichiarazioni inutili già rivolte alla prossima, e forse imminente, campagna elettorale... a queste il premier ha aggiunto il suo nuovo cavallo di battaglia per giustificare il baratro in cui sta sprofondando il nostro paese: "vogliamo mettere al sicuro l'Italia dalla crisi economica battendo la strategia del pessimismo".
Si insomma, la crisi economica è colpa dei soliti comunisti facinorosi che seminano pessimismo: non fosse per loro avremmo il welfare state della Svezia e il PIL della Cina il tutto grazie al genio di statisti quali Berlusconi e Tremonti, il quale, è giusto ricordarlo, fino a poco tempo fa andava cianciando di come l'Italia stesse uscendo dalla crisi molto meglio degli altri paesi europei.

Un discorso patetico può portare solo a riscontri patetici: la borsa non ha infatti tardato a sprofondare ulteriormente e lo spread è velocemente tornato oltre i 370 punti. Ogni volta che Berlusconi parla la finanza affonda. Qualsiasi governo con un minimo di dignità si sarebbe già dimesso da un bel po', così come ha fatto Zapatero in Spagna.

Il tempo della XVI legislatura è finito ormai da mesi se si considera la capacità operativa del governo. Tuttavia nella giornata odierna, con il voto di fiducia, la fine potrebbe essere finalmente "ufficializzata"... e qualcuno mi dice di essere ottimista...!




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