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mercoledì 31 agosto 2011

Classe politica CRIMINALE per una manovra che fa A PEZZI il nostro futuro

Hai fatto il militare perdendo un anno della tua vità e probabilmente un anno di stipendio? Hai speso migliaia di euro per riscattare gli anni passati all'università?

Caro contribuente il governo ti ha pensato ancora: questi anni non saranno conteggiati per la determinazione dell'età pensionabile.
Infatti, il medico che ha passato dieci anni sui libri e una volta divenuto professionista ha voluto pagare l'Inps fior di quattrini per andare in pensione un po' prima beh, dovrà lavorare dieci anni in più.

Se poi sei tra coloro che sono nati prima dell'86 e hai dovuto fare il servizio militare beh, sappi che sarà tutto tempo di cui lo stato si è impossessato: i mesi passati a servirlo infatti, non verranno più conteggiati nella tua pensione. Hai quindi non solo dato in prestito un sacco di tempo che potevi spendere acquisendo uno stipendio ma da oggi il tuo tempo non ti verrà mai più restituito.

I politici italiani hanno l'incredibile capacità di vedere oltre ciò che la nostra mente può concepire: ti sembra che abbiamo finalmente toccato il fondo ma loro trovano sempre un modo per continuare a scavare.

Quali le altre modifiche della manovra? Beh l'abolizione del contributo di solidarietà, oh gaudio! Niente tasse per i più ricchi nemmeno questa volta! Francamente non vedevo l'ora.
Berlusconi va poi a Studio Aperto a vantarsene: "non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani"! Ora caro Silvio, ti faccio una domanda retorica "CI STAI PRENDENDO PER IL CULO???"
Pur avendo diminuito i tagli agli enti locali essi rimangono di un'entità mostruosa, le tasse di conseguenza non possono che aumentare e a farne le spese saranno sempre i soliti poveracci.

Intanto i tagli dove davvero si dovrebbero fare, cioè abolizione totale delle province e taglio ai parlamentari, dovranno essere messi in atto con una revisione costituzionale con tutto ciò che esso comporta. Se mai andranno in porto questi provvedimenti (cosa del tutto incerta) non sarà mai prima del 2013, probabilmente non con questa legislatura. Corruzione ed evasione fiscale non vengono nemmeno minacciate e di una tassa ulteriore sui beneficiari dello scudo fiscale non se ne parla proprio, lo stato è sempre attento ad essere leale con i disonesti e boia per gli onesti.

A svegliarsi devono essere soprattutto i nati negli anni ottanta, un'intera generazione perduta sotto i colpi di uno stato che li considera solo come un problema e non come una risorsa: gli stanno distruggendo le università e facendo a pezzi un futuro già prima del tutto incerto. Alziamo la testa, tutti insieme.




martedì 30 agosto 2011

Quell'intervista di Travaglio che fece storia

Era il 14 marzo 2001 e Marco Travaglio venne invitato da Luttazzi nella sua Satyricon per parlare del suo nuovo libro "l'odore dei soldi". Il libro trattava di come il cavaliere fosse riuscito ad accumulare le sue fortune.
Visto e considerato che il movimento di capitali di Fininvest fu tutto meno che trasparente è chiaro che l'argomento destasse un certo interessante, anche perchè il protagonista non era certo un pinco pallino qualunque.
Il bello è che l'intera inchiesta fu basata su atti pubblici, alla portata di chiunque, ma gli unici che pensarono di portarli alla luce furono per l'appunto Travaglio e il co-autore Elio Veltri.

Ma perchè ve la ripropongo dopo più di un decennio? Semplicemente perchè certi passaggi dell'intervista sembrano attualità dell'altro ieri, segno che le domande poste sono ancora senza risposta e che la trasparenza chiesta a gran voce è ancora un lontano miraggio.


Ma quali furono le conseguenze di questa intervista? Innumerevoli, cito testualmente da Wikipedia:

L'intervista suscitò un'immediata reazione da parte della forza politica di Silvio Berlusconi - la Casa delle Libertà - che invocò le immediate dimissioni del consiglio di amministrazione della RAI e annunciò che avrebbe disertato i programmi
La citata intervista a Paolo Borsellino divenne oggetto di attenzione dei media, su Rai Due Michele Santoro dedicò ad essa una puntata del suo programma Il raggio verde, e sulle reti Mediaset venne affrontata nella trasmissione Terra!. Nella puntata de Il raggio verde i politici della CdL non si presentarono per protesta, e Berlusconi intervenne telefonicamente per denunciare «trasmissioni trabocchetto costruite apposta per fare processi».
Berlusconi accomunò l'episodio ad altri avvenuti in RAI, tra cui le critiche di Indro Montanelli, parlando di un piano per screditarlo. Bruno Vespa, per aver sostenuto la stessa tesi nel libro "Rai, la grande guerra" pubblicato qualche mese dopo, subì una querela per diffamazione dal presidente RAI Roberto Zaccaria, e fu condannato (attualmente in primo grado) al risarcimento di 81.000 euro.
La puntata successiva di Satyricon venne mandata in onda solo dopo la garanzia data da Carlo Freccero al direttore generale Claudio Cappon che la trasmissione non avrebbe contenuto temi di natura politica.
Il 17 marzo 2001, i consiglieri del CdA della RAI vicini alla Casa delle Libertà Giampiero Gamaleri e Alberto Contri si dimisero.
Mediaset ha citato in giudizio la RAI, Luttazzi e Travaglio per diffamazione chiedendo un risarcimento miliardario.[12] Travaglio ed Elio Veltri sono stati citati in giudizio anche per il contenuto del libro L'odore dei soldi, accusato di essere diffamatorio. In entrambi i casi la magistratura ha stabilito che non c'è stata diffamazione e ha condannato Mediaset al risarcimento delle spese processuali.
Le inchieste per mafia a cui si fa riferimento nell'intervista (quelle della Procura della Repubblica di Caltanissetta nel 1999) vennero archiviate un mese dopo l'intervista di Travaglio. Tuttavia alcuni degli elementi emersi in tali indagini hanno fornito materiale per la successiva sentenza di condanna di Marcello Dell'Utri in primo grado e in appello a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle sentenze si legge che Dell'Utri aveva agito da intermediario tra gli interessi di Cosa Nostra e Silvio Berlusconi.
Il 18 aprile 2002, a distanza di circa un anno da quella celebre intervista a Satyricon, Silvio Berlusconi, in occasione di una conferenza stampa tenutasi in una visita ufficiale a Sofia nelle sue nuove vesti di presidente del Consiglio, con una esternazione che parte della stampa denominò poi "editto bulgaro", disse pubblicamente:

« L'uso che Biagi, come si chiama quell'altro...? Santoro, ma l'altro... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga. »
In seguito le trasmissioni citate furono sospese. La trasmissione di Luttazzi non fu confermata dalla nuova dirigenza Rai.

lunedì 29 agosto 2011

Il ministro dell'ambiente più "particolare" al mondo

Nel post di sabato ho fatto un piccolo elenco di primati che il nostro paese può vantare, a questi se ne va ad aggiungere un altro: il ministro dell'ambiente più strano (per usare un eufemismo) del pianeta.

La Prestigiacomo infatti, prima del referendum, era l'unico ministro dell'ambiente al mondo a favore delle centrali nucleari. Il problema è che non è finita qui: la sua famiglia ha chiari legami con il mondo delle estrazioni petrolifere, in particolare la sorella Maria è amministratore delegato della Coemi, società impegnata insieme ad altre nel progetto di estrazioni nei mari della Sicilia.
Potrà il ministro Stefania vigilare in modo obiettivo sull'operato di queste società?

I dubbi sono leciti perchè oltre al paradosso di un ministro dell'ambiente a cui piace il nucleare e la cui famiglia fa affari col petrolio si ha anche un palese conflitto di interessi.
Anche se, per dirla tutta, non è neanche il conflitto di interessi più eclatante che questo governo ci ha proposto... sbaglio?



domenica 28 agosto 2011

La bellezza della liguria e l'altro lato della medaglia: centrali killer

Non so quanti di voi conoscono la zona ma, a parer mio, i mari di Bergeggi, Spotorno e Noli sono i più belli dell'intera riviera del ponente ligure. Bandiera blu ormai da anni, con un'area protetta in corrispondenza dell'isolotto di Bergeggi, offre anche bellissime passeggiate sulle colline dinanzi al mare e, personalmente, ho avuto la fortuna di passarci le vacanze!
Ma c'è un altro lato della medaglia. Infatti se si supera Bergeggi e si arriva a Vado Ligure i bellissimi paesaggi vengono sostituiti da un grosso porto mercantile e soprattutto da una centrale a carbone con due grossi camini da 200 metri l'uno.

Ieri il FQ online mi ha raccontanto come quella centrale a carbone porti una incidenza di tumori ai polmoni che è il doppio di quella nazionale, infatti su 100000 abitanti in Italia muoiono per questo tipo di tumore 54 persone mentre a Vado Ligure 112 e nella vicinissima Savona 97.

Non ci sarebbe altro da aggiungere se non che questa è l'ennesima storia di un paese che se ne frega della salute dei propri cittadini, un paese che ha tagliato gli incentivi alle rinnovabili per far fronte alla crisi economica, come se questa si superasse attentando alla vita della popolazione. Dovrebbero provare i nostri politicanti a chiedere ai cittadini di Vado se preferiscono gli "antiestetici" impianti eolici oppure continuare a morire di cancro.

La crisi si supera investendo sul futuro, i soldi si possono prendere altrove, come ho ampiamente dimostrato in questo blog. La malafede e gli interessi personali di una casta tengono in scacco il paese, tutto questo deve finire.


sabato 27 agosto 2011

Umberto, perchè chi ti circonda non ti capisce?

Sono in difficoltà, non ci sono notizie eclatanti da commentare... a parte ovviamente il nuovo nome di Tarantini nella lista della spesa di Mr. B. ma si sa, ormai si è perso il conto delle persone sulla sua lista paga e quindi non fa più notizia. Come dice oggi Travaglio, possiamo vantarci di avere il premier più ricattato del mondo! Un vanto che va ad aggiungersi a primati quali l'entità dell'evasione fiscale, il potere delle mafie, la minor copertura ADSL d'Europa e tante altre chicche che non sto qui ad elencare.

Ma torniamo a noi, in assenza di argomenti più succosi perchè non parlare ancora un po' della Lega?
Si perchè quel povero disgraziato di Umberto si è rotto una spalla cadendo in casa. Per carità è di cattivo gusto deridere una persona malata... però per diamine qualcuno glielo dovrebbe far notare che è un uomo anziano e malato. Ma che credibilità può avere Umberto Bossi quando va in giro per le piazze a bofonchiare: "io ce l'ho duro!!!". Ma come Umberto? Dopo un ictus e alla tua età? Cosa sei Ironman??? Pensavo che solo Silvio fosse ancora in grado!

Ovviamente sempre se a causa delle contestazioni della base leghista in piazza riesce ad arrivarci.
Insomma, qualcuno glielo deve pur dire che il suo posto è a casa a mangiare polente e minestrine, la lotta politica la continueranno i suoi degni sottoposti... per esempio Calderoli!

Il nostro ministro della semplificazione che è riuscito ad eliminare 375.000 leggi inutili! Ed è stato bravissimo considerando che secondo Tremonti la totalità delle leggi italiane non supera le 150.000 unità!
Pensate che per approvare 375.000 leggi inutili il Parlamento italiano dal momento dell'unificazione avrebbe dovuto lavorare 7 giorni su 7 compresi i festivi e approvarne 7 al giorno più ovviamente qualche legge utile se avanza tempo. Magari potessimo ammirare tanta voglia di lavorare nel nostro Parlamento!

E che dire di Roberto Maroni, un uomo accusato di attentato contro la Costituzione e l’integrità dello Stato e creazione di struttura paramilitare fuorilegge? La persona più indicata per fare il ministro dell'interno!
Come se già il fatto di nominare ministri italiani persone che dall'Italia vogliono secedere non fosse già un bel paradosso!

venerdì 26 agosto 2011

Ancora Borghezio, le nuove perle di saggezza

Ai microfono de "La Zanzara", Borghezio da il meglio di sè:

"Dal male dell'Italia deriva il bene della Padania" ha infatti affermato il "presidente del governo provvisorio della Padania". Un idolo!
E' fantastico notare la differenza di visioni nella maggioranza: per il PdL la soluzione ai problemi è censurare chi li denuncia, per la Lega invece basta dire che questi problemi non sono nostri "perchè noi siamo padani, non italiani!".

Peccato che lo stipendio di questi soggetti è pagato con euro italiani da cittadini italiani... gli italiani in fondo sarebbero ben contenti di liberarsi di questa zavorra e dire "Borghezio è un padano, non è un politico italiano, non ci riguarda!", e invece ci riguarda eccome, infatti questo tizio rappresenta l'Italia (non la Padania) all'europarlamento di Bruxelles.

Ma non è finita qua: ad un confronto tra il governo Berlusconi e il ventennio fascista Borghezio risponde che quello di Mussolini è stato un "governo" migliore in quanto ai tempi l'Italia era un paese agricolo. A parer mio scegliere cosa fosse meglio, o meno peggio, tra una dittatura palese e una semi-dittatura latente è una dura lotta ma Borghezio non ha dubbi!
Non ti aspetteresti niente di meno da un personaggio che ai suoi esordi nel 1976 venne fermato dalle autorità nei pressi di Ventimiglia e trovato in possesso di una cartolina firmata "Ordine Nuovo" ed indirizzata "al bastardo Luciano Violante" (magistrato allora impegnato in inchieste contro l'eversione di matrice neofascista). Il testo del messaggio, accompagnato da alcune svastiche e da un "Viva Hitler", era il seguente: "1, 10, 100, 1000 Occorsio" (Vittorio Occorsio, anch'egli giudice protagonista della lotta contro il terrorismo nero, era stato ucciso appena due giorni prima in un agguato).

Per concludere l'intervista in modo degno, Borghezio proclama l'infallibilità di Bossi ("ciò che dice Bossi è sempre vero"), così, da oggi, avremo due persone al mondo che non possono sbagliare: il papa e Bossi!

Amen


giovedì 25 agosto 2011

RAI, televisione di partito

Per il governo la soluzione di tutti i problemi è censurare chi li denuncia.

Laudadio è l'ultima vittima dei capricci dei partiti, colpevole nella sua trasmissione radiofonica "Attenda in linea" di aver sbeffeggiato i privilegi della casta: Schifani ordina la censura, Lorenza Lei, direttore della RAI, ubbidisce. E meno male che lo slogan del programma è "senza censura"!!!

Ma questa è una storia che parte da lontano.
Tutto iniziò con l'editto bulgaro del 2002 che fece sparire dalla televisione pubblica Luttazzi e Biagi, la mannaia tentò di abbattersi anche su Santoro ma, dopo una sospensione di circa un anno, il ricorso da lui presentato ebbe successo tanto che in una sentenza del tribunale di Roma venne imposta la conduzione di un programma alla RAI. Un ordine questo mai rispettato nonostante i richiami, Santoro infatti tornò a condurre un programma di approfondimento giornalistico solo nel 2006 con il divenuto celebre Annozero.

Oltre ad aver sbattuto fuori dalla televisione pubblica ottimi giornalisti e un bravissimo comico che, con i loro programmi, riscuotevano un successo di pubblico notevole, ciò che scandalizza è che una televisione pubblica sia così dipendente dai partiti: parte l'ordine e la RAI esegue. Una tv come la rai dovrebbe servire i cittadini, non i partiti, sbaglio? Altrimenti diventa televisione di partito non pubblica.

Ma non è certo finita qui. "Vieni via con me" è stata probabilmente una delle trasmissioni più belle (e seguite) degli ultimi anni e non è stata riconfermata. "Che tempo che fa", "Ballarò" e "Annozero" sono programmi seguitissimi e sempre sotto l'occhio del ciclone tant'è, che lo stesso Santoro, ha recentemente rinunciato a condurre il programma in quelle condizioni.

La dimostrazione dell'assoluta dipendenza e sottomissione della tv pubblica ai partiti è il rifiuto della proposta di Santoro di condurre Annozero ad un solo euro a puntata. Se una azienda rifiuta una proposta simile e si rifiuta di produrre un programma che porta introiti pubblicitari milionari beh, allora non c'è altro da aggiungere: RAI tv di partito.


mercoledì 24 agosto 2011

Il Nord Europa detta la via

Mentre le borse del Mediterraneo vanno a fuoco, prima tra tutte quella italiana, ci sono paesi che alla crisi globale riescono a rispondere colpo su colpo. Come? Facendo esattamente il contrario di quanto sta facendo il nostro paese.

I paesi del nord investono sul futuro, la dimostrazione sta in un articolo del FQ online dove si testimonia la forte volonta della Danimarca di puntare sulle auto elettriche nonostante una stima dell'UE dica che queste sostituiranno le macchine alimentate da idrocarburi solo nel 2050.

Ma anche la Norvegia, nonostante abbia un'economia sorretta dal petrolio punta massicciamente sullo sviluppo di una green economy investendo inoltre in web e telecomunicazioni (per approfondimenti vi consiglio QUESTA lettura).

L'italia invece incentiva ancora l'acquisto delle auto a benzina e salva un'azienda, la FIAT, che doveva già essere fallita trent'anni fa (doveva essere nazionalizzata, riconvertita e riprivatizzata in modo da salvare tutti i posti di lavoro, con tutti i soldi passati alla Fiat negli ultimi trent'anni questo è un processo che poteva essere fatto 3-4 volte) togliendo nel contempo gli incentivi per il fotovoltaico e facendo inoltre rimanere la diffusione e la qualità  dell'ADSL a livelli imbarazzanti per quella che dovrebbe essere l'ottava economia del mondo.

Ma torniamo al Nord Europa, in particolar modo in Islanda.
Forse è la storia più bella! Alla fine del 2008 il paese andò in bancarotta schiacciato dal proprio debito ma accadde qualcosa che nella storia del capitalismo occidentale non ha precedenti: i cittadini si rifiutarono di pagare un debito creato da un manipolo banchieri e finanzieri e, cosa ancora più incredibile, i politici islandesi decisero di stare dalla parte di chi dovevano rappresentare.
Nonostante le pressioni internazionali e le ritorsioni successive al referendum che confermò la volontà della popolazione di non pagare, l'Islanda decise di andare avanti per la propria strada con una nuova costituzione che avrebbe sottratto l'isola al potere delle banche internazionali e al loro denaro virtuale.
Una costituzione redatta da un'assemblea costituente composta da 25 cittadini senza tessere di partito e seguita in diretta streaming da tutta la popolazione che poteva dare suggerimenti e giudicare le bozze. (QUI ulteriori dettagli)

Uscire dalla crisi del debito è possibile senza svendere ne il settore pubblico ne frammenti di sovranità.
Oggi l'Islanda si sta riprendendo grazie alla volontà del suo popolo e il motivo per cui probabilmente finora non ne sapevate niente è che questa è una storia pericolosa: cosa succederebbe in Grecia, Spagna, Irlanda e Italia se tutti sapessero?



martedì 23 agosto 2011

Ecco chi deve, o dovrebbe, pagare la crisi

Nella giornata di ieri è andato in onda, dopo la pausa estiva, il passaparola di Marco Travaglio.

In modo impeccabile ha descritto come e dove andare a prendere i soldi per non far pagare la crisi ai soliti onesti poveracci: come dicevo nei giorni scorsi a chi ha usufruito dello scudo fiscale, eliminando totalmente le province, facendo pagare le tasse alla chiesa e così via.

Guardate il video perchè ne vale la pena.


lunedì 22 agosto 2011

L'eliminazione farsa delle province

Come volevasi dimostrare l'eliminazione delle province deve passare attraverso le proteste salva-poltrone che vengono da più parti.

La proposta iniziale del governo prevedeva l'eliminazione di tutte quelle province con meno di 300 mila abitanti per un risparmio stimato di 2,5 miliardi annui lasciando dunque in piedi le province più popolose, dunque più costose in termini di amministrazione... se anche queste ultime fossero eliminate il risparmio sarebbe all'incirca di 10 miliardi annui..

Insomma... come dare ad un malato aspirine quando avrebbe bisogno di antibiotici.

Ma anche le aspirine non vanno bene, si è infatti poi proposto che venissero si eliminate le province con meno di 300 mila abitanti ma che fossero anche inferiori ad una certa ampiezza.... insomma dalle 37 province che dovevano essere eliminate si è passati a 22 (niente aspirine, solo caramelle alla menta).

Il tutto deve poi passare dalle proteste disperate dei politicanti che vedono vacillare la propria poltrona.

La provincia di Sondrio ha addirittura minacciato un referendum per essere annessa alla Svizzera... di certo la popolazione avrebbe votato si, non per salvare la propria provincia ma per liberarsi dalla mandria di politicanti incapaci che infestano l'Italia.


venerdì 19 agosto 2011

19 milioni di pensionati e 4 milioni di dipendenti pubblici con quasi 2000 miliardi di debito pubblico

Oggi non mi sento di fare nessun commento, la situazione è sempre la stessa... basta vedere la giornata di ieri nelle borse di tutto il mondo: miliardi bruciati in pochi istanti segno che evidentemente le contromisure di FED e BCE non valgono niente. Vi lascio ad un articolo comparso ieri sul blog di Beppe Grillo, credo sia emblematico della situazione attuale del nostro paese:

"Ma qualcuno sano di mente pensa realmente che con 19 milioni di pensionati e 4 milioni di dipendenti pubblici possiamo farcela? Per mantenerli vengono spalati ogni anno nelle caldaie della locomotiva Italia, sempre più lenta, in affanno, con salite ormai proibitive, altri 100 miliardi di debito pubblico, come fossero carbone, che corrispondono almeno a 5 miliardi di interessi annui in più. Pagati dai sempre più rari contribuenti, le aziende chiudono e ci sono 4 milioni di disoccupati. Il tasso sul nostro debito sale e gli interessi non possono che aumentare. Nel 2011, se va bene, pagheremo 100 miliardi di interessi. L'Italia non ha alcuna possibilità di farcela con questa zavorra.
Il numero di dipendenti pubblici è pari alla popolazione dell'Irlanda e noi stiamo a fare il tricchetracche sulle Province. Vanno chiuse tutte, che altro c'è da discutere? Le pensioni vanno riviste nel loro insieme. Non ha senso che ci siano doppie e triple pensioni, una basta e avanza. Le pensioni in essere vanno erogate con il metodo contributivo, tanto hai dato, tanto prendi (esattamente il contrario delle pensioni dei parlamentari) e comunque le pensioni devono avere un tetto non superabile, 3.000 euro mi sembrano equi e di un minimo per chi non dispone di redditi sufficienti per vivere. I manager che hanno guadagnato milioni di euro nella loro vita non hanno bisogno di una pensione di 10/20.000 euro al mese, lo stipendio annuo di un impegato.
Non è possibile dividere l'Italia in due sulle pensioni con la strategia del "Chi ha dato, ha dato. Chi ha avuto, ha avuto". E' pericoloso. I giovani, ma anche molti quarantenni e cinquantenni, in pensione non ci andranno mai. Perché devono pagare con tasse e contributi la pensione a Mastella, a Amato o a un consigliere regionale della Lombardia o della Sicilia? Questo non ha senso. La riforma delle pensioni deve iniziare da chi in pensione c'è già senza alzare continuamente l'asticella dell'età pensionabile accampando la scusa risibile dell'aspettativa di vita. Non me frega un cazzo delle statistiche. Dopo 35 anni di contributi ho il diritto di riposarmi. Un operaio non andrà in pensione a 70 anni, sarà morto prima.
I giovani non hanno più nulla da perdere, non il lavoro, non la pensione, non i servizi sociali, non la speranza di un futuro migliore. Nella manovra economica non è stata spesa una parola per loro. Attenti alla loro rabbia. Quando le nuove generazioni capiranno che oggi sono soprattutto loro a pagare la crisi e che in futuro erediteranno il debito pubblico, non sarà più possibile alcuna mediazione. L'aria che tira è sempre più brutta."







giovedì 18 agosto 2011

Al Senato presenti in undici: sei minuti di seduta.

In questo delicato momento di crisi, mentre lo statuto dei lavoratori viene fatto a pezzi, i politici dimostrano ancora una volta quanto è vile la loro morale.

Nella giornata di ieri a Palazzo Madama era tempo di seduta tecnica per la manovra da 45 mld, niente di fondamentale per la carità, ma se un dipendente qualsiasi se ne fosse rimasto in vacanza come hanno fatto loro probabilmente avrebbe avuto problemi seri.

E' l'ennesima prova della lontananza della politica dalla vita reale, la casta vive in un mondo a parte fatto di privilegi e concessioni, dove andare a lavorare è un'opzione e non un obbligo. Ieri in aula erano in undici e la seduta è durata sei minuti. Mancava pure il presidente Schifani, rappresentante di un governo a cui "gronda sangue dal cuore" per aver alzato le tasse...

Dopo i senatori sono potuti tornare alle loro meritate vacanze.


mercoledì 17 agosto 2011

Il pareggio di bilancio nella costituzione

In Europa da Sarkozy a Tremonti si parla continuamente del pareggio di bilancio da inserire nelle costituzioni.

Da quando Tremonti ha scoperto l'acqua calda, cioè che non si può spendere più di quel che si guadagna, il pareggio di bilancio nelle carte costituzionali sembra diventata la soluzione ad ogni problema.
Si è visto quanto utile possa essere questo vincolo poche settimane fa negli Stati Uniti, i quali hanno rischiato il default perchè al congresso non si riusciva a raggiungere un accordo sull'innalzamento del tetto del debito.

Il pareggio di bilancio è già legge per ogni famiglia italiana, gli unici che non riescono ad adeguarsi a questo modo di pensare sembrano essere i politici nella gestione del paese. Pareggiare il bilancio dovrebbe essere implicito nella gestione del bene comune, c'è davvero bisogno di qualcosa di scritto? Se la risposta di questa domanda è si, evidentemente i nostri politici non possono contare nemmeno su loro stessi e sulle loro intenzioni.

Senza contare che una legge di questa entità farebbe rischiare il default al paese praticamente ogni due mesi, visto e considerato che la nostra classe politica non è in grado di arrestare l'aumento del debito: siamo a quota 1900 miliardi, ogni italiano, compresi i neonati, hanno sulle spalle un debito superiore a 30000 euro. In Italia quanti innalzamenti del tetto del debito si dovrebbero votare in aula in un solo anno? Il lato positivo è che forse i parlamentari lavorerebbero un po' di più... restano dubbi sull'utilità di tutto questo.



martedì 16 agosto 2011

Gli attacchi epilettici dialettici di Umberto Bossi e la stima incondizionata per Brunetta

Seguendo il dibattito sulla manovra "ammazza stato sociale" non si sa più se ridere o piangere!

Brunetta si prende del "nano veneziano rompicoglioni" dall'alleato Umberto Bossi dopo che si è sentito dare del "scemo cretino" dal compagno di partito Tremonti. La stima che circonda il ministro nel suo ambiente di lavoro è quasi pari all'opinione che il paese ha di lui, uno dei rari casi in cui la politica rappresenta veramente il pensiero dei cittadini!

Tornando a Bossi... egli ha dichiarato che i comuni non vanno salvati: "prima i poveracci". A parte il fatto che ha un po' le idee confuse visto che se si affossano gli enti locali a farne le spese saranno proprio i poveracci che il senatur vuole salvare, è paradossale una dichiarazione di questo tipo da chi ha sempre sostenuto il federalismo.
Il federalismo senza enti locali non è federalismo, è un accentramento vecchio stampo. D'altronde Umberto è ormai preda di continui "attacchi epilettici dialettici": "secessione!!!!"; "prendiamo i fucili"; "ministeri al nord"; "federalismo".

Ogni giorno ne spara una e non ne azzecca nessuna.

lunedì 15 agosto 2011

Problema carceri: un discorso che non verrà mai pronunciato

Quest'oggi vi propongo un ottimo articolo del Fatto Quotidiano sul discorso che il ministro della giustizia Zitto Palma non pronuncerà mai, fa capire con ironia quanto ancora si sarebbe potuto fare per fronteggiare la crisi senza attaccare lo stato sociale solo sul versante della giustizia. Buona lettura.

Oggi, come a ogni ferragosto, è previsto il consueto pellegrinaggio del ministro della Giustizia a Regina Coeli che come le altre carceri scoppia di detenuti (67mila su 44mila posti), con gran codazzo di politici coccodrilli che poi purtroppo usciranno. Ecco il discorso che Zitto Palma non pronuncerà.

“Eccomi qua a promettervi l’ennesimo piano del governo contro il sovraffollamento che, come tutti i precedenti, non funzionerà. Il perché è semplice: noi politici italiani siamo un branco di cialtroni incapaci. Avete presenti le promesse di decongestionare le carceri col “braccialetto elettronico”? E gli annunci di Alfano su “17 nuovi penitenziari con 21mila posti entro il 2012” e su “nuove carceri galleggianti in alto mare come in America”? La verità è che da vent’anni seguitiamo a ripetere che abbiamo troppi detenuti, mentre il guaio sono i troppi delinquenti e i troppi delitti, i troppi reati puniti col carcere, i posti cella troppo scarsi e le detenzioni troppo lunghe per certi reati e troppo brevi (se non inesistenti) per altri. Se un fiume ogni anno tracima, o si devia il corso a monte per ridurne la portata, o si alzano gli argini a valle per contenerlo tutto. Ecco: noi non interveniamo né a valle (sul numero dei posti cella) né a monte (sulle cause che producono tanti detenuti).

Sapete perché? Perché per farlo occorre una classe politica onesta. Per noi invece l’emergenza carceri è un affare: ogni 2-3 anni ci serve una scusa per salvare i nostri amici dalla galera con un’amnistia o un indulto (l’ultimo salvò il mio amico Previti). Io sono magistrato e lo so benissimo che non ha senso arrestare migliaia di persone oggi e scarcerarle domani per reati minori (furtarelli, liti coi vigili, ingiurie, risse, omissioni di soccorso, mancato pagamento del telepass) o addirittura non-reati (droga e clandestinità). Ogni anno entrano 90mila persone e ne escono altrettante, di cui 80mila “in attesa di giudizio” (primo, secondo o terzo): la metà esce nei primi 10 giorni. È il “carcere breve”, che non è solo inutile, è dannoso: ogni detenuto ci costa 115 euro al giorno. Ma noi abbiamo altro da fare: prescrizione breve e processo lungo.

Il 40% dei detenuti sono extracomunitari, perlopiù clandestini. La gran parte sono in carcere proprio perché clandestini: vengono fermati, ricevono il foglio di via, non vanno via e allora, se li ripeschiamo, li sbattiamo dentro per 2-3 giorni e così via all’infinito. Basterebbe espellerli e rimpatriarli, ma noi – furbi – tagliamo i fondi alla polizia che non ha di che pagargli il biglietto aereo di ritorno. Poi ci sono gli stranieri detenuti perché han commesso delitti: la Bossi-Fini consentirebbe di commutargli gli ultimi due anni di pena con l’espulsione, così potremmo espatriarne 6-7 mila. Invece noi – furbi – li teniamo dentro. Poi ci sono i detenuti definitivi che restano dentro molto più del dovuto grazie ai pacchetti sicurezza di quel genio di Maroni e alla Cirielli di cui io modestamente, fui relatore: niente pene alternative a chi è stato condannato tre volte. Indipendentemente dalla gravità dei reati: chi ha due stupri o due rapine può restarsene fuori, chi invece ha un furto di provolone, una guida senza patente e una vendita di cd taroccati deve restare dentro.

Senza queste follie, molti dei 30mila condannati che devono scontare 3 anni potrebbero farlo ai domiciliari o ai servizi sociali. Infine dovremmo smantellare la Fini-Giovanardi sulle droghe, che intasa le carceri con migliaia di tossici arrestati solo perché avevano dosi eccedenti quelle stabilite.

Ecco, dovremmo fare un bel mazzo di tutte le porcherie che abbiamo partorito dal ’94 a oggi e abolirle per decreto. Ma non possiamo perché dovremmo rinnegare vent’anni di finta politica della “sicurezza”, che in realtà è solo rassicurazione: faccia feroce sui reatucoli da strada per nascondere la tolleranza mille sui crimini dei colletti bianchi amici nostri. Cioè per mandare dentro chi dovrebbe stare fuori e lasciare fuori chi dovrebbe finire dentro: il mio principale ne sa qualcosa. Buone ferie, ci vediamo l’anno prossimo. Forse”.


domenica 14 agosto 2011

Credibilità della politica

Mio malgrado, in vacanza ho guardato parecchi telegiornali non potendo disporre di una connessione a internet. Essi elargiscono un'informazione malata: da Studio Aperto che parla di braccialetti e non dice una parola sui 26.000 bambini già morti in Somalia per la siccità al TG5 che parla della crisi finanziaria italiana come un atto di guerra di fantomatici speculatore senza però fare un minimo accenno sui soggetti che sull'Italia speculano da decenni: i politici.

Non è demagogia, ed hanno ragione coloro che dicono che eliminando i costi della politica non si risolve la crisi. Tuttavia se essa vuole avere un minimo di credibilità deve rinunciare ai propri privilegi.
PRIMA rinunci al vitalizio e DOPO mi parli di aumento dell'età pensionabile;
PRIMA tassi coloro che hanno beneficiato dello scudo fiscale e DOPO aumenti le tasse a coloro che hanno sempre pagato onestamente;
PRIMA rinunci ai rimborsi elettorali che valgono miliardi e DOPO tagli sullo stato sociale.
E così via.

A tutti deve essere chiaro come sarebbe stato possibile salvare il paese senza far pagare la crisi ai cittadini:
avrebbero potuto prelevare il 50% (e non il 5% come è già stato fatto) a chi ha usufruito dello scudo fiscale, avrebbero potuto eliminare TUTTE le province, avrebbero potuto mettere la tracciabilità almeno a 500 euro invece che a 3000, avrebbero potuto fare una riforma della giustizia che fosse veramente tale....

Esistono un'infinità di possibilità per mettere sulla retta via questo paese.
La verità è che c'è malafede.


sabato 13 agosto 2011

Il cuore di Silvio gronda sangue... sapessi il nostro!

Sono tornato dalle vacanze e nulla è cambiato, se non che siamo sempre più vicini ad un inevitabile default.

Il mio ultimo post è stato drammaticamente profetico e il governo le mani nelle tasche degli italiani le metterà eccome per ammissione dello stesso premier dal cui cuore "gronda sangue".... pensa al nostro caro B.

Tremonti l'altro giorno in conferenza stampa ha scoperto che non si può spendere più di quello che prendi (ma va?) e per far fronte alla crisi, come sempre accade, spennerà noi morti di fame. I maggiormenti colpiti, da quanto emerso in consiglio dei ministri, saranno i dipendenti pubblici che hanno la sola colpa di lavorare per il paese delle banane: essi potranno vedersi addirittura negata la tredicesima a seconda dei conti dell'amministrazione per cui lavorano; inoltre quanto dovutogli dal trattamento di fine rapporto verrà versato solo dopo due anni.

Il forbicione andrà poi a colpire gli incentivi alle fonti rinnovabili, tipica cosa da fare per un paese moderno e proiettato al futuro. Si tasseranno le rendite finanziarie fino al 20% (guadagni 10, lo stato prende 2) dal 12,5 attuale, le donne andranno in pensione a 65 anni e le ferie verranno accorpate al lunedì per diminuire i ponti e quindi aumentare i giorni di lavoro (fortuna che ci sono i parlamentati a dare l'esempio!)

La cosa più grave però, sarà la mannaia che si abbatterà sugli enti locali: 9 mld di euro che non permetteranno loro di garantire tutti quei servizi che finora hanno erogato. E' un attacco puro e semplice allo stato sociale; indiretto ma comunque devastante.

Una cosa positiva della manovra è la soppressione delle province con meno di 300000 abitanti che creeranno un risparmio strutturale per il paese (ogni anno si risparmieranno miliardi). Mi chiedo perchè non abolirle tutte ma la risposta è evidente: le poltrone, e quindi le posizioni di potere, delle province più importanti vanno salvate per non intaccare troppo la pervasività dei partiti nelle istituzioni.

Ovviamente una riforma vera della giustizia e una vera norma antievasione fiscale avrebbero evitato di far pagare la crisi solo a noi altri... ma tant'è.



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