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mercoledì 29 gennaio 2014

Vergogna senza fine: 7,5 miliardi alle banche private e opposizioni imbavagliate

Se questa non è dittatura poco ci manca.

Oggi alla Camera si è discusso il decreto IMU-Bankitalia che consiste, riassumendo in modo un po' semplicistico, nell'abolizione parziale dell'IMU e, soprattutto, nel regalo di 7,5 miliardi alle banche private tramite la rivalutazione delle quote di Banca d'Italia.

Non ho sbagliato a scrivere: qui si parla di MILIARDI. 
Doverosa premessa: le quote finanziarie di partecipazione del capitale sociale di Banca d'Italia, al contrario di quel che si può pensare, è al 94,33% di proprietà di banche e assicurazioni private (Intesa e Unicredit in testa). 

Tornando al punto ed entrando un po' di più nello specifico ecco in cosa consiste questa porcata:

"la generosa rivalutazione del capitale che hanno in mano: con un colpo di penna, infatti, si passa da una valutazione complessiva di 156mila euro a quella nuova di 7,5 miliardi di euro. Ma non finisce qui. Il governo ha stabilito che nessun azionista potrà possedere più del 3% della Banca Centrale. E così Intesa e Unicredit, che insieme hanno in mano più del 64% del capitale, oltre a rivalutare contabilmente le loro quote, che erano iscritte in bilancio a un valore inferiore di quattro-cinque volte, dovranno metterle sul mercato. E se nessuno si farà avanti per comprarle, non c’è problema. Il governo Letta ha infatti dato facoltà alla stessa Banca d’Italia di ricomprarle e tenerle temporaneamente in mano fino all’arrivo di nuovi e adeguati compratori. Dunque rivalutazione contabile più moneta sonante in arrivo per i due istituti, che si presenteranno così agli esami della Bce dotati di un comodo cuscinetto. Sconto, poi, sulle uscite che dovranno sostenere: le tasse sulla pluvalenza a carico degli azionisti sono state fissate al 12%, contro il tradizionale 20% e il 16% inizialmente previsto, che significa un gettito inferiore di circa 370 milioni."
(QUI l'articolo completo)

Il discorso è dunque chiarissimo: rivalutazione del capitale, azioni sul mercato e sconto sulle tasse da pagare per le plusvalenze. Tutto a vantaggio degli azionisti di Bankitalia. 

Il Movimento 5 Stelle in questi giorni si è giustamente battuto contro questa vergogna. Quest'oggi, in particolare, aveva iscritto a parlare 160 parlamentari cercando di fare ostruzionismo: se si fosse arrivati a mezzanotte il decreto non sarebbe più passato per scadenza dei termini.

Cosa ha ben pensato di fare invece la Presidente della Camera Boldrini? Di applicare la cosiddetta "ghigliottina", cioè togliere alle opposizioni la possibilità di parlare e di discutere emendamenti. Questa è la prima volta nella storia della Repubblica che viene applicato un simile provvedimento e che, fra l'altro, non esiste nemmeno nei regolamenti parlamentari. La sua natura, giustifica ampiamente il fatto che non fosse mai stato preso in considerazione; solo tre volte, in passato, ne è stato minacciato l'uso: da Violante, Casini e Fini. Notoriamente altri tre grandi statisti.

Il decreto è dunque vergognoso sia nel merito che nel metodo con cui è stato approvato: sono state violate, ancora una volta, le prerogative del Parlamento che dovrebbe essere luogo di discussione e confronto e non semplice organo consultivo del governo. Per di più, come al solito, la Costituzione viene calpestata in quanto, all'art. 77, si impone l'uso del decreto solo in casi straordinari di necessità e urgenza. 
L'unica urgenza che il governo aveva era quella di regalare MILIARDI alle banche.

La Boldrini ha comunque imposto il voto e il decreto è stato approvato. 
Per protesta il Movimento 5 Stelle ha occupato i banchi del governo (tra l'altro vuoti, come sempre). Nel parapiglia generale, il questore-deputato di Scelta Civica Stefano Dambruoso, ha pensato bene di tirare uno schiaffo alla deputata M5S Loredana Lupo. Per questo animale (perché un uomo che alza le mani su una donna non è un uomo) sarà presto pronta una denuncia sperando che, nel frattempo, la presidenza della Camera prenda provvedimenti (ma esiste ancora una presidenza credibile?).

E l'informazione di tutto questo cosa ha riportato ai cittadini? Dalla mia recentissima esperienza con TGCOM si evince che il M5S vuole far pagare agli italiani l'IMU. La notizia è finita lì, tutto il resto sono parole messe insieme per far apparire il Movimento come un gruppo di folli che fa tanto casino per nulla. Questa è l'informazione in Italia, un Paese che, lo ricordo, Freedom House definisce "parzialmente libero" per la libertà di stampa e, nella classifica mondiale, colloca al 68° posto dopo, per dirne uno, il Ghana (QUI il report completo). Tra l'altro, per la cronaca, il M5S aveva presentato un provvedimento ben più ampio in cui si aboliva definitivamente l'IMU semplicemente alzando le tasse sul gioco d'azzardo. Ovviamente i partiti, compatti, lo hanno respinto e il governo, al gioco d'azzardo, sulle tasse, gli ha fatto pure lo sconto. 
Tuttavia cosa volete che gliene importi alla stampa di un Paese "parzialmente libero" della realtà dei fatti: lo scopo non è informare ma FORMARE idee e chi non ha il tempo, la voglia o l'acume per andare a vedere ciò che accade veramente in Parlamento è, e resterà sempre, schiavo di ciò che gli raccontano.

Qui sotto pubblico il video del senatore Carlo Martelli. Nel caso mi fossi spiegato male, lui è molto più bravo di me nell'illustrare ciò che il governo vuole e sta riuscendo a fare.


Ed infine lo schiaffo dell'animale alla deputata:


martedì 21 gennaio 2014

L'ipocrisia di Renzi e la continuità dell'inciucio

La mia modesta, quanto negativa, opinione sul nuovo segretario del PD non mi ha negato la possibilità di dire che ero sempre pronto a ricredermi (l'ho scritto QUI). E' successo? NO!

Renzi è un fenomeno mediatico notevole: quasi tutta la stampa del Paese si inchina alle sue parole e, in pochi, analizzano invece i fatti che, come si sa, contano molto di più.

Se ci si fermasse alle parole infatti, Matteo Renzi sarebbe degno di lodi, prendiamo ad esempio quelle spese su Twitter:



Ineccepibile. Peccato che il primo vero atto politico rilevante da segretario del principale partito di governo sia stato quello di andare da Berlusconi a discutere la legge elettorale. Un Berlusconi, fra l'altro, che non è nemmeno più parlamentare per una motivazione ben precisa: è stato condannato in via definitiva per frode fiscale. Secondo Matteo Renzi dunque, Berlusconi è un interlocutore credibile e, al posto di mandarlo in pensione come diceva e scriveva, lo resuscita per l'ennesima volta regalandogli legittimità.

Come dovrebbero sentirsi i suoi elettori? Alle primarie hanno speso due euro per farsi scrivere la legge elettorale a Berlusconi? Di certo non era esattamente ciò che avevano in mente quando si parlava di rinnovamento e rottamazione. Matteo Renzi si è rivelato, a tempo di record, un grandissimo ipocrita.

D'altronde la coerenza di Renzi si manifesta anche in altri ambiti, come nella vicenda della Cancellieri ad esempio: a novembre per Renzi si doveva dimettere, peccato che poi, in aula, i "renziani", hanno votato contro la proposta del M5S (tanto per cambiare) di calendarizzare la mozione di sfiducia alla Cancellieri stessa.

Dunque qual è il vero indirizzo politico del PD? Quello espresso a parole dal nuovo segretario o quello dimostrato in aula con i fatti? La politica si fa in Parlamento e le parole, se non sono seguite dai fatti, sono solo uno show per creduloni. Renzi rappresenta la continuità di quel magnifico fenomeno chiamato "inciucio" fra il centrosinistra e il centrodestra italiano. Sono vent'anni che lavorano insieme (così come ben spiegato da Marco Travaglio nel video qui sotto) e tenteranno di farlo per altri venti.






giovedì 16 gennaio 2014

Scandali e incoerenze

Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale, è libero come se non fosse successo nulla. Ma il carcere? I servizi sociali?

Questo criminale viene intervistato dai soliti giornalai come tutti gli altri leader politici facendo più o meno finta di nulla e, per di più, viene legittimato dal leader del (presunto) partito nemico.

Renzi infatti ritiene che Silvio Berlusconi sia un interlocutore credibile per discutere la nuova legge elettorale. D'altronde fra condannati ci si capisce: in primo grado, è giusto ricordarlo, Renzi è stato condannato per danno erariale. Diciamo che a soli quarant'anni è sulla buona strada!

Nel frattempo i ministri di questo governo di pagliacci sembrano cadere sotto i colpi degli scandali uno dietro l'altro: prima la Idem che, perlomeno, ha avuto la decenza di dimettersi, poi Alfano, la Cancellieri e adesso la De Girolamo. Tutti ancora al loro posto come se fosse tutto normale.

La coerenza del PD continua tuttavia a spiazzare: solo poco tempo fa Renzi invocava le dimissioni della Cancellieri e, alla proposta di calendarizzazione del voto di sfiducia alla stessa del M5S, il PD, compatto, vota no. Renziani compresi dunque. Per carità alcuni renziani hanno ben altro a cui pensare: Faraone ad esempio è indagato per uso illecito di denaro pubblico.

Faraone è comunque in buona compagna: 97 indagati nella sola regione Sicilia a cui si affiancano i ben noti scandali della regione Piemonte. Cota, a proposito, non ci pensa nemmeno a dimettersi, nonostante la sentenza del TAR che, dopo tre anni e mezzo, ha annullato le elezioni della regione. La causa sono le firme false della lista dei pensionati, una lista piena di firme false anche per la Bresso che in questi giorni sembra tanto gongolare. Cota insomma intende fare ricorso al Consiglio di Stato con buona pace della dignità politica e del buon senso.

In mezzo a tutto questo marasma mi piacerebbe sapere come fa la gente a voler votare ancora PD e Forza Italia: credevo che il sadomasochismo fosse un genere di nicchia.


martedì 7 gennaio 2014

L'Unione Europea ha fallito

Dopo il VDay è arrivato il momento di riflettere su ciò che è stato detto, in particolar modo sull'Europa. Grillo chiede un referendum sulla permanenza o meno nell'Unione Europea, o meglio, sulla permanenza dell'euro. Tale referendum trova l'ostacolo dell'articolo 75 della Costituzione che vieta proprio i referendum volti ad autorizzare la ratifica di trattati internazionale; in questo caso tuttavia, se il referendum fosse sull'uscita dall'Unione, i trattati sarebbero da abrogare, dunque potrebbe essere fattibile a livello giuridico.

Il condizionale è comunque d'obbligo in quanto, Grillo stesso, ritiene fondamentale studiare adeguatamente il caso prima di fare qualunque mossa: bisogna capire se è fattibile perseguire la strada di un Euro2 più debole insieme ai Paesi in crisi del Mediterraneo, se la Germania ci permetterà finalmente l'adozione di eurobond e soprattutto bisognerebbe capire gli effetti di un eventuale ritorno alla lira.

Studiare un "piano B" è comunque fondamentale perchè le opinioni in merito possono essere numerose ma il fatto incontestabile è che l'Unione Europea ha fallito e le prove sono davanti ai nostri occhi, aldilà del mar Adriatico, dove ad un Paese dell'Unione stessa è stato permesso di diventare un Paese del Terzo Mondo; o meglio, gli è stato imposto di diventarlo. Questo perchè la risposta alla crisi degli economisti "classici", coloro che disegnano la linea di BCE e FMI, è stata sempre quella di contenere la spesa pubblica, aprire i mercati locali agli investimenti stranieri e una generale politica monetaria deflazionista. I risultati? In Grecia i cittadini acquistano cibo scaduto perchè venduto a prezzo inferiore e lo Stato ha difficoltà ad acquistare medicinali, il tutto condito da disoccupazione dilagante (in confronto l'Italia è un Paese pieno di opportunità), suicidi e anche neonazisti in Parlamento.

La Grecia è il caso limite, dove lo stato ha perso qualsiasi briciola di sovranità ma, è bene sapere, che la stessa "cura" in formato ridotto è attribuita all'Italia e agli altri Paesi in difficoltà. La direzione è quella, in questo caso non ci sono opinioni ma duri dati di fatto.

L'Unione Europea è di fatto una sola unione economica, con una integrazione politica minima, quasi inesistente, ed è stata formata sulla convinzione che ogni Paese dell'Unione reagisse agli stimoli economici esterni alla stessa maniera. Oggi è chiaro che quella premessa era totalmente errata: l'Europa va a due velocità: bene al nord, malissimo al sud. Tale premessa è stata formulata da quegli stessi economisti che oggi impongono ai Paesi in crisi manovre da "lacrime e sangue" senza curarsi minimamente del benessere dei cittadini.

Grillo può essere benissimo considerato il primo cretino che passa ma ciò che chiede non se lè sognato di notte in preda alla follia come vogliono farci credere i media e, ovviamente, i partiti tradizionali: l'errato approccio della governance europea alla crisi è stato affrontato da illustri economisti, raramente ascoltati, quali Joseph Stiglitz e Jean-Paul Fitoussi.

Il comico non ha di certo torto quando dice "certi economisti non ne azzeccano una da vent'anni". Le fondamenta stessa su cui poggia l'Unione Europea sono frutto di una premessa sbagliata: le economie europee sono tutt'altro che simili ed oggi, i cittadini, e non politici, economisti e banchieri, ne fanno le spese.


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