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mercoledì 30 novembre 2011

La casta taglia i vitalizi... ma solo per i prossimi eletti

I parlamentari hanno deciso di dare il buon esempio, infatti hanno deciso di dissanguarsi prevedendo l'abolizione del vitalizio per i senatori. Ah si, ovviamente questo vale solo a partire dalla prossima legislatura: gli "eletti" che occupano attualmente la poltrona possono stare tranquilli. Ma questo solo perchè "è impossibile toccare i diritti acquisiti", non per altro!

Non è che anche i cittadini possono rinviare i sacrifici a data da destinarsi?

Ad ogni modo tutti i parlamentarti, a partire dal 2012, andranno in pensione con il sistema contributivo come tutto il resto del Paese. Peccato che il provvedimento non sia retroattivo, dunque chi già percepisce la pensione (spropositata) continuerà a goderne.

Si insomma, nel divario da colmare tra le condizioni dei politici e quelle dei lavoratori è stata inserita una goccia quando servirebbe un oceano. E' la solita riforma all'italiana.


lunedì 28 novembre 2011

Italia 2050

Solo pochi giorni fa Beppe Grillo sul suo blog ha lanciato una rubrica a parer mio molto carina (QUI il post) in cui ha descritto una utopica società del futuro. Ho deciso di "rubare" l'idea e di proporre, attraverso una cronostoria, la mia personale visione di futuro per il nostro paese.

Ecco la prima puntata, Italia 2050

La crisi economica iniziata nel 2008 ha creato tensioni sociali tali da far cadere l’intero sistema.
I cittadini si sono rivoltati contro i partiti colpevoli di essere tra i principali artefici della crisi. I politici hanno poi provato a far pagare il prezzo della crisi ai cittadini stessi senza neanche provare ad adottare misure a costo zero per ammortizzare i sacrifici.
L’intera casta politica è stata messa di peso dal popolo italiano in galera con l’accusa di Alto Tradimento.
Pochi anni dopo, per volontà dei cittadini, il Parlamento italiano è stato trasformato in un museo: è diventato inutile in quanto gli eletti sono pochi e sono semplicemente portavoce delle idee e delle decisioni dei cittadini che propongono e votano le proposte tramite il web.
Il primo provvedimento deciso dal popolo italiano è stato l’abolizione del denaro contante rendendo di fatto impossibile l’evasione fiscale e molto difficile la corruzione; in questo modo in pochi anni l’immenso debito pubblico accumulato dai politici è stato azzerato e l’Italia sta rapidamente diventando uno dei Paesi più ricchi al mondo.
Le spese per la difesa sono state poi sensibilmente diminuite in quanto il popolo italiano ha deciso di non prendere parte alle cosiddette “missioni di pace” in nome del petrolio. L’Italia ha di conseguenza deciso di investire tutto sulle energie rinnovabili.

(continua...)


domenica 27 novembre 2011

Referendum calpestato: l'acqua rimane gestita dai privati

Il piccolo miracolo democratico compiuto da noi cittadini a giugno rischia di essere inutile, almeno per quanto riguarda la gestione pubblica dell'acqua. Il motivo? Le grosse società private che hanno investito e lucrato pesantemente sulle risorse idriche (Acea in testa) si attaccano ad ogni cavillo giuridico per rendere impossibile il ritorno della gestione dell'acqua nel settore pubblico.

I dettagli, non riassumibili in poche righe, sono ben spiegati in QUESTO articolo.

Sta di fatto che ci troviamo di fronte all'ennesimo attentato alla nostra democrazia, i cittadini si sono espressi e la loro volontà è stata schiacciata dagli interessi economici. Gli unici a mobilitarsi di fronte a questo scempio sono quegli stessi Comitati che hanno promosso il referendum ed hanno festeggiato insieme a 27 milioni di italiani la vittoria del si.

Il tutto ovviamente accade alla pensate ombra del silenzio dei media che alimentano in questo modo fenomeni ritenuti scandalosi in qualsiasi paese pienamente democratico e civile.


Il nuovo logo di Salerno da 200mila euro

Dovremo aspettare ancora una settimana prima di avere un'idea precisa delle misure che il governo Monti vorrà adottare. E' infatti arrivato ieri l'annuncio che il consiglio dei ministri del 5 dicembre sarà una data chiave in tal senso. Si da quasi per certo un ritocco alle pensioni per quanto riguarda il sistema contributivo e  il ritorno dell'ICI.

Intanto, il Fatto Quotidiano porta alla luce l'ennesimo spreco all'italiana: il comune di Salerno ha infatti deciso di spendere 200mila euro per il suo nuovo logo che, parola del sindaco De Luca, permetterà alla città di competere sul piano internazionale.

Sarà qualcosa di meraviglioso penserete voi, e invece no! E' una S gialla su fondo blu. Roba che un bambino può tranquillamente fare in un minuto su Paint.
I commenti più gettonati dei cittadini sono inevitabilmente stati "inguardabile", "brutto", "ridicolo" e "inutile".
Tra l'altro, come se non bastasse il danno, è arrivata anche la beffa: il designer di fama internazionale Vignelli ingaggiato per il nuovo logo ha infatti dichiarato che è stato necessario assumere un team di tre persone che hanno lavorato al progetto per mesi.

Guardate il risultato!

venerdì 25 novembre 2011

Svalutazione impossibile dell'euro

Nella giornata di ieri, Beppe Grillo ha pubblicato sul blog un post che nella sua semplicità pone un problema piuttosto spinoso e rilevante anche se non certamente nuovo: l'impotenza da parte di un paese dell'Unione di gestire secondo necessità la moneta.

Paesi come Grecia, Italia, Spagna e Portogallo, prima dell'euro, avrebbero semplicemente svalutato la proprio moneta per tirarsi fuori dal baratro. Non sarebbe ovviamente stata una soluzione definitiva ma certamente un valido aiuto.

Quest'oggi non è possibile perchè abbiamo una moneta unica che va a coprire economie estremamente diverse fra loro. Scrive Grillo: "Il debito pubblico italiano è espresso in euro e deve essere ripagato in euro. Noi non possiamo svalutare l'euro e, anche se la nostra economia vale meno, i titoli mantengono il valore iniziale. E' un cappio al collo che si stringe un centimetro alla volta, il boia è lo spread."

E ancora: "E' stato demoniaco e certamente tafazziano legare il valore dei NOSTRI titoli pubblici al valore dell'euro sul quale non abbiamo alcun controllo e che prescinde dalla nostra economia reale. Gli eurobond dovrebbero ovviare a questa mostruosità, ma è improbabile che i tedeschi metteranno mano al portafoglio per salvare greci e italiani."

L'Unione Europea ha posto le sue basi sull'economia, ancora oggi senza moneta unica non esiste un'unione. Forse prima di un'unione economica era necessario perseguire una difficile unione politica. D'altronde è anche possibile che, semplicemente, i tempi non fossero maturi.
Solo il tempo (e lo spread) lo potrà dire.

Mediaset denuncia Santoro

Servizio Pubblico è una trasmissione che senza un canale di riferimento è riuscita a costruirsi uno share che si aggira intorno al 10%. Questo con il solo aiuto di internet, televisioni locali, Sky e, naturalmente, 100mila persone che hanno deciso di versare 10 euro a testa per sostenere l'iniziativa.

Già dalla seconda puntata tuttavia sono iniziati i problemi: furti di ripetitori delle televisioni locali che avrebbero dovuto mandare in onda il programma. Casualità? Dubito, visto che la storia si ripete appena prima di ogni puntanta.

Tuttavia gli ostacoli non finiscono qui, lo stesso Santoro infatti, rende noto di essere stato denunciato da Mediaset in quanto colpevole di aver parlato di conflitto di interessi nella puntata precedente.

Il conflitto di interessi è sempre un argomento un po' spinoso in Italia. Un'idea del motivo lo da una simpatica (ma neanche tanto) catena che mi è arrivata via email, ve la ripropongo:

Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio. Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Seguo molto il calcio, e faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Quando mi stufo navigo un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio. Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse, per fortuna!

Che simpatico quadretto...


mercoledì 23 novembre 2011

Il governo tecnico dorme e, come in un sogno, appare Casini

Il governo tecnico chiamato a salvare il paese dorme. Non c'è altra spiegazione. Qualcuno ha visto uno straccio di programma? I giornali sono costretti a speculare su mezze frasi di Monti sul ritorno dell'ICI e a fare ipotesi su una presunta patrimoniale.

Lo spread continua ad essere pericolosamente elevato, i mercati esigono risposte ed il nostro governo tecnico entrato in carica con un'urgenza senza precedenti non è stato capace, anche dopo un consiglio dei ministri, di chiarire le linee che intenderà seguire per ridare una parvenza di stabilità economica all'Italia.

L'unica attività registrata è quella di Monti con il suo tour europeo. Nel dormiveglia generale ecco però apparire come in un sogno Casini, che auspica un futuro dove PD, PDL e UDC si coalizzeranno per formare un governo di larga intesa ed escludere così le ali estreme.

Personalmente mi auguro che questi tre partiti facciano una grande intesa per levarsi dai...... e dalle tasche degli italiani. Ma tant'è, ad ognuno i suoi sogni.


Napolitano a ruota libera: cittadinanza ai figli degli immigrati

Caduto Berlusconi, Napolitano si è probabilmente sentito libero di esprimere più liberamente il proprio pensiero su temi delicati. In particolare ieri, ha dichiarato che trova assurdo non concedere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia.

In effetti, stavolta, tutti i torti non li ha. Se un bambino nasce in Italia perchè dovrebbe avere la cittadinanza, per esempio, albanese? Lo si spieghi all'Albania, ci riderà dietro. Ci sono migliaia di figli di immigrati che non sono tali e non sono nemmeno italiani. Cosa sono? Persone che pagano le tasse ad un Paese che non li riconosce come suoi figli. Assurdo.

Neanche a dirlo, la Lega Nord è in rivolta e Calderoli annuncia le barricate in Parlamento. Da buon ex fascista, La Russa segue a ruota, dicendo che questi sono gli argomenti giusti per far cadere il governo Monti e andare dritti alla urne.

In che mani siamo...


martedì 22 novembre 2011

La Russa insulta Celestini in diretta tv tra un finanziamento illecito e l'altro

Mentre restiamo in attesa delle mazzate del nuovo governo tecnico, i politici continuano a dare spettacolo.

Partiamo dall'instancabile La Russa che continua a mettere in mostra il suo elevatissimo livello di intelligenza dando del "coglione" in diretta televisiva su La7 ad Ascanio Celestini, scrittore, attore e drammaturgo, colpevole di aver fatto un pezzo satirico che non è piaciuto all'ex ministro della Difesa (il video in fondo).

Ma lo show è salito di livello quando sono emersi dettagli sul giro di denaro che vedrebbe coinvolta Finmeccanica (che lo ricordiamo è una azienda pubblica che fa capo al ministero dell'Economia) e l'UDC.
Gli ultimi aggiornamenti vedono il presunto coinvolgimento di esponenti del PDL, tra i quali, neanche a dirlo, La Russa.

Sento odore di finanziamento illecito ai partiti, il che è un paradosso visto e considerato che le casse pubbliche regalano ai partiti un miliardo di euro all'anno di leciti (secondo i politici ovviamente) rimborsi elettorali.


domenica 20 novembre 2011

I mercenari del nuovo millennio

Se in ambito militare pensavate che la parola "mercenario" fosse una parola obsoleta volta ad indicare una professione ormai estinta vi sbagliavate di grosso: i mercenari nel terzo millennio esistono ancora e la loro presenza è tanto imponente da risultare inquietante.

Certamente oggi i mercenari (contractors) obbediscono a regole diversi dal passato. Essi rientrano nella categoria del settore terziario, quello dei servizi, ed obbediscono alle leggi di mercato. Si perchè esistono numerose società di consulenza e sicurezza militare che forniscono personale militare qualificato a chi ne fa richiesta.
Se pensate che queste aziende siano entità irrilevanti o che comunque giochino un ruolo di secondo piano nel panorama internazionale ecco alcune cifre:

in Iraq per ogni dieci militari in divisa troviamo almeno un soldato appartenente ad una società privata. Le stime parlano di 10000-15000 uomini, un vero e proprio esercito alle dipendenze di chi paga.

L'Iraq è il caso più clamoroso ma i mercenari del terzo millennio vengono impiegati in tutte le parti del globo. Le spese del loro ingaggio sono registrate nel bilancio della difesa dei paesi occidentali (uno su tutti, neanche a dirlo, Stati Uniti d'America).

Ma quando queste società private vengono interpellate? E' semplice: quando un governo ha l'interesse a "non sporcarsi le mani". Tornando all'esempio iracheno, gli USA nel conteggio dei soldati morti da mostrare al proprio elettorato, i "mercenari" non rientrano.
Ma per "sporcarsi le mani" si può anche intendere colpi di stato, operazioni segrete e chi più ne ha più ne metta.
Insomma il privato verrà interpellato in ogni situazione in cui un governo non vorrà metterci la faccia.

Come se tutto questo non bastasse, cosa rende ancora più inquietante questo scenario? Beh, le società private in questione non sono regolate da nessuna normativa che nn siano le leggi di mercato. Un vuoto legislativo gravissimo IGNORATO completamente dalla politica internazionale. Questo è l'aspetto peggiore e più preoccupante dei mercenari del terzo millennio che si accompagna ovviamente a questioni etiche e morali.

sabato 19 novembre 2011

La P2 e il piano di rinascita democratica

La P2 è stata la loggia massonica che più di tutte ha lasciato il segno nella nostra storia. Ufficialmente ha smesso di funzionare nel 1982, tuttavia ne ritroviamo i resti ancora oggi.

In che senso? La loggia stilò un vero e proprio programma denominato "Piano di rinascita democratica" che essenzialmente prevede:
  • Bipartitismo;
  • Controllo dei media tramite la liberalizzazione dei quotidiani e delle televisioni allo scopo di controllarle per influenzare l'opinione pubblica;
  • Progetto bicamerale con la ripartizione di competenze tra Camera e Senato: alla primo il potere politico, al secondo il potere economico;
  • Riforma della magistratura tramite la divisione del ruolo del P.M. e del magistrato, e la responsabilità del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) verso il Parlamento;
  • Riduzione del numero dei parlamentari;
  • Abolizione delle province;
  • Abolizione della validità legale dei titoli di studio.
Ora, cosa è successo negli ultimi anni? L'applicazione o il tentativo di applicazione di tali provvedimenti. Senza entrare nel merito dei contenuti abbiamo assistito alla parziale realizzazione dei sogni di Licio Gelli anche per sua stessa ammissione.

Il monopolio RAI è stato spezzato da Mediaset, il sogno del bipartitismo è portato avanti da PD e PDL, c'è stato il tentativo, fortunatamente fallito, di Berlusconi di riformare la magistratura sottomettendo il CSM alla politica.

Con questo non voglio sottointendere nulla, è semplicemente, come dire, curioso!



Divisione ideologica della società

Quest'oggi trascuro un po' l'attualità per compiere un'analisi politica della società odierna.

Il '900 fu caratterizzato da ideologie che impregnavano la società dall'alto verso il basso, fu il secolo dei totalitarismi rossi e soprattutto neri.
La gente si identificava con un colore e credeva nelle idee che quel colore evocava. Aveva senso, era comprensibile, era una conseguenza del momento storico.

Oggi quel momento storico è finito eppure le persone tendono a schierarsi definendosi di destra, di sinistra, o addirittura comunisti e fascisti. Tutto questo se ci pensate è strano perchè il fenomeno non si limita solo agli over 30 che hanno vissuto abbastanza del 900' da rimanerne influenzati ma si estende anche ai giovani, a quei ventenni che dovrebbero contribuire a ripulire la politica dalle catene del passato.

A influenzarli senz'altro il contesto famigliare ma, a mio avviso, anche una precisa strategie della classe (o casta) politica.
La prima regola per mantenere l'unità di una nazione è individuare un nemico esterno (soprattutto il popolo americano ne sa qualcosa), allo stesso modo la via principale per spingere un elettore a mettere una x sul proprio simbolo è cercare un nemico, demonizzarlo e costruirci sopra castelli credibili per le masse.

Pensiamo soprattutto a Berlusconi, lui è stato un maestro nel trovare un nemico e demonizzarlo: trovò i comunisti nonostante questi fossero tali solo di nome. Ma anche la Lega Nord non fu da meno: i meridionali e gli extracomunitari. L'unico a peccare di fantasia in Italia fu il centrosinistra che ha fatto dell'antiberlusconismo la sua bandiera (perdendo non a caso gran parte delle elezioni degli ultimi vent'anni).

Tutto ciò alla casta fa comodo perché mentre il popolino è occupato a farsi la guerra da solo su temi inconsistenti proposti dalla casta stessa, lei potrà continuare a prosperare alle sue spalle, continuerà a proteggersi ed a godersi i propri privilegi governandoci come un burattinaio fa con i suoi burattini.

E' incredibile come nelle manifestazioni di piazza spesso ci siano scontri tra polizia e manifestanti o tra manifestanti di diverso colore politico. Tutto questo è un'arma di DISTRAZIONE di massa, la matematica ci dice che il 90% che si accontenta delle briciole lasciate dall'altro 10% è molto più numeroso e potenzialmente potente delle lobby, dei privilegiati e delle caste. Sono loro che dovrebbero temerci, non il contrario.

Mettono noi morti di fame uno contro l'altro, vogliono vedere l'operaio che prende 1000 euro al mese picchiare il poliziotto che prende altrettanto e viceversa, ci vogliono divisi pronti a menar le mani per difendere un colore politico che non evoca più niente se non il dio denaro. Ci vogliono così e continueranno a spingerci verso questa direzione in modo che non capiremo mai che questa è una lotta di classe: la classe del popolo che lavora (o vorrebbe lavorare) contro caste di viscidi politicanti e banchieri mai così squallidi nella storia di questo paese.

Sembra tuttavia che il vento stia cambiando: aiutati dalla crisi, in tutto il mondo si assiste alla ribellione della gente contro i poteri della finanza, vero motore di un capitalismo malato da riformare. Un barlume di speranza almeno nel resto del mondo è presente, non resta che alimentarlo.


venerdì 18 novembre 2011

Un governo con le mani legate, tra conflitti di interesse e nucleare

Il governo tecnico è appena nato e già ha le mani legate: Berlusconi ha dichiarato che deciderà lui quanto durerà questo esecutivo, il dramma è che lo può fare sul serio.
Se il PDL ritirasse l'appoggio al governo, con la lega già all'opposizione, la maggioranza non sarebbe più tale, o al massimo, si reggerebbe su pochi deputati rendendo ingovernabile il paese.

Berlusconi insomma, può permettersi di fare il bello ed il cattivo tempo. Come può Monti in queste condizioni emanare provvedimenti come l'asta delle frequenze televisive (che pur porterebbe nelle casse dello stato 3-4 miliardi di euro a costo zero) in diretto contrasto con gli interessi economici del Caimano?

Intanto grazie al Fatto Quotidiano emerge l'inquietante passato di Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico Infrastrutture e Trasporti. Egli potrebbe essere infatti protagonista di un conflitto di interessi che potrebbe essere all'altezza di quello di Berlusconi. QUI i dettagli.

Inoltre, Corrado Clini, Ministro dell'Ambiente, ha dichiarato che il ritorno al nucleare dovrebbe essere un'opzione da valutare seriamente. Questo dopo due referendum, l'ultimo dei quali recentissimo, che hanno pesantemente bocciato quella possibilità. La Prestigiacomo era l'unico Ministro dell'Ambiente al mondo favorevole al nucleare, l'Italia è stata capace di sfornarne un altro.

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino...


mercoledì 16 novembre 2011

La lista dei carnefici

I nuovi carnefici del welfare state italiano hanno da ieri un nome ed un cognome, come detto nella giornata di ieri sono persone nominate da un tizio che è stato a sua volta nominato da altri nominati (leggi QUI), ecco il frutto di cotanta democrazia:
  • Ministro dell’Economia: Mario Monti; 
  • Ministro degli Interni: Anna Maria Cancellieri;
  • Ministro della Difesa: Giampaolo Di Paola; 
  • Ministro della Giustizia: Paola Severino.
  • Ministro degli Affari Esteri: Giulio Terzi di Sant’Agata; 
  • Ministro dello Sviluppo Economico Infrastrutture e Trasporti: Corrado Passera; 
  • Ministro per le Politiche Agricole: Mario Catania.
  • Ministro dell’Istruzione: Francesco Profumo; 
  • Ministro dei Beni Culturali: Lorenzo Ornaghi; 
  • Ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità: Elsa Fornero; 
  • Ministro della Salute: Renato Balduzzi; 
  • Ministro della Funzione Pubblica: Luisa Torchia.
  • Ministro dell’Ambiente: Corrado Clini; 
  • Sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri: Antonio Catricalà.
Sono da studiare e imparare a memoria in modo da sapere con chi prendercela in futuro.


Viviamo in una NOMINOCRAZIA

Monti nella giornata odierna salirà al Colle per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. In attesa di sviluppi è giusto riflettere sul nostro recente passato e cercare di capire cosa è successo negli ultimi anni e cosa continua ad accadere tutt'oggi.

La legge elettorale vigente, descritta come "una porcata" dal suo stesso ideatore Calderoli, è probabilmente la peggiore che sia mai stata ideata in un paese considerato pienamente democratico come il nostro. Analizziamo le ultime due legislature:
i segretari di partito hanno presentato le loro liste, noi elettori le abbiamo votate, di conseguenza ci ritroviamo in Parlamento gente che non abbiamo eletto noi ma che è stata nominata dal leader della forza politica di turno. Una volta insediati questi nominati hanno a loro volta nominato il Presidente della Repubblica il quale, in questi giorni, ha nominato il nuovo Presidente del Consiglio Monti che suggerirà a Napolitano stesso una lista di ministri da nominare.

Cosa c'è di democratico in tutto questo? Non è democrazia è una NOMINOCRAZIA.

Se Monti non vorrà o non riuscirà a cambiare la legge elettorale dovremo metterci bene in testa che la democrazia sarà solo un ricordo.


lunedì 14 novembre 2011

Le promesse di Monti

Nella giornata di ieri, dopo un iniziale e sensibile calo, lo spread è tornare a salire verso livelli preoccupanti durante la giornata.
Una situazione imputabile al tracollo di Unicredit e all'aumento dello spread francese sui titoli tedeschi.
Ho pausa solo a pensare a cosa sarebbe successo se Berlusconi fosse stato ancora premier.

In ogni caso Monti oggi ha incontrato le diverse forze politiche del paese, tutte tranne la Lega Nord che si è limitata ad una telefonata. Da oggi il partito più ridicolo d'Italia ha deciso di seguire la linea dura e cruda di una forte opposizione nella speranza di riacquisire un po' di quel consenso fra la base leghista andato perso in un decennio di sottomissione a Berlusconi.

Intanto Monti inizia a svelare qualcuno dei suoi piani: governo fino al 2013, sacrifici si ma non lacrime e sangue, attenzione verso i giovani e ancora, equità sociale. Tante belle parole, speriamo che seguiranno i fatti... certamente le voci che vedono Veronesi come ministro alla Salute mettono già un po' di ansia: un oncologo a favore del nucleare non deve stare molto bene poverino, un ministro anziano e bisognoso di cure l'abbiamo già avuto nel nostro recentissimo passato e ci è bastato.

Per non parlare di Giuliano Amato: gli spettri del passato non muoiono proprio mai.

A proposito un ministro under 50 che non sia una ex velina/soubrette/modella/tronista e via dicendo non è proprio possibile?
Aspettiamo tuttavia la lista ufficiale prima di lamentarci. Per ora Monti ha fatto trapelare solamente che il suo governo durerà possibilmente fino a fine legislatura "per compiere un lavoro serio finalizzato a promuovere la crescita"

Facilissimo fare promesse...


domenica 13 novembre 2011

L'ultima barzelletta di Silvio e l'equità sociale di Monti

Il discorso di commiato di Berlusconi è stato probabilmente anche la sua ultima barzelletta. D'altra parte è stato anche un discorso intriso di mielosa retorica: se non fosse stato uno dei principali artefici del disastro italiano mi sarei quasi quasi commosso. Complimenti a chi scrive gli scrive i discorsi!
L'unica cosa che non mi è piaciuta dell'ex premier è stata la minaccia non troppo velata che avrebbe raddoppiato gli sforzi: ma non dovevi ritirarti dalla politica??? Speriamo bene.

Dopo l'ex premier parliamo del nuovo: in giornata Monti farà delle consultazioni per compilare la lista dei ministri, per ora ha pronunciato un discorso in cui l'espressione "equità sociale" è stata finalmente evocata. Spero vivamente che se lo ricordi durante il suo mandato anche se in questo caso non è certo lecito essere troppo ottimisti viste le premesse rappresentate dal curriculum di Monti.

Vi lascio a questo proposito con un video di Crozza che sarà pur un comico, ma ha riassunto in pochi secondi le perplessità di molti: "gli stati hanno salvato le banche che hanno fatto fallire gli stati, e i capi delle banche vanno a governare quei paesi che le loro banche hanno fatto fallire".


sabato 12 novembre 2011

L'ultimo giorno del Caimano, cosa ha cambiato in vent'anni?

Per citare Marco Travaglio, Berlusconi ha rispettato l'unica promessa della sua vita: nella serata di ieri dopo il voto al maxi-emendamento è salito al Colle per rassegnare le dimissioni.

Com'è cambiata l'Italia in vent'anni di berlusconismo? Berlusconi nel '93 promise grandi riforme liberali con il motto sempre verde del "meno tasse per tutti". Ad oggi, dopo tutti questi anni, di riforme liberali non se ne sono viste, tant'è che tutti gli ordini professionali, emblema dell'anti-liberalismo, sono ancora in piedi e potenti come non mai. Le tasse, è sotto gli occhi di tutti, sono aumentate.

Berlusconi si definì il più grande statista che la nostra Repubblica abbia mai visto, i fatti dicono il contrario.
Le sue promesse si sono dimostrate parole al vento e l'unica novità che ha apportato al nostro paese è stata l'assuefazione alle continue violazioni di etica e morale. Abbiamo accettato un Presidente del Consiglio proprietario di televisioni e giornali, un Presidente del Consiglio che fa le corna agli altri premier nelle foto istituzionali, e un Presidente del Consiglio che va a letto con minorenni e prostitute. Senza contare ovviamente i processi decaduti per prescrizione o archiviazione, ben pochi conclusi con assoluzioni.

L'assuefazione è probabilmente il danno più grande che Berlusconi ha fatto a questo paese: lo straordinario è diventato ordinario, l'eccezionale la normalità e il male è diventato bene.
Poi c'è il capitolo economia: basti pensare che nel 2006 (governo Prodi) lo spread era a quota 26. Ora non è mia intenzione esaltare una sinistra vergognosa, ma sottolineare come non sia vero che il governo Berlusconi abbia evitato una catastrofe a cui la sinistra ci avrebbe condannato. Una crisi globale di mezzo non è poca cosa sia chiaro, ma peggio di così davvero non si poteva fare.

Il record storico, e relativa umiliazione internazionale, dello spread a 574 si doveva evitare con delle doverose dimissioni almeno tre mesi fa. Il nostro Silvio ha dimostrato di non avere una dignità politica degna di questo nome e ha pensato bene di ancorarsi alla poltrona per salvaguardare i propri interessi economici e giudiziari.

Un'epoca è finita, un nemico è stato probabilmente sconfitto (per mezzo della Unione Europea targata Merkel-Sarkozy e della crisi economica, non certo per mezzo del PD, caro Bersani).

Ne rimangono tuttavia ancora troppi per poter festeggiare.


Idee a costo zero per uscire dalla crisi

Il blog di Beppe Grillo fa quel che dovrebbe fare la politica: promuove infatti la partecipazione dei cittadini alla risoluzione dei problemi del paese sfruttando la loro intelligenza.

Con quest'arma è stato stilato un programma di venti punti che potrebbe aiutare l'Italia ad uscire dalla crisi, il tutto a costo zero. Ecco le proposte in ordine di gradimento:

  1. Adeguamento stipendi dei politici italiani alla media europea;
  2. Recupero dei 98 mld di euro evasi dalle società di slot machines;
  3. Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti;
  4. Abolizione del finanziamento pubblico all'editoria;
  5. Abolizione degli incarichi multipli degli amministratori pubblici;
  6. Eliminazione delle agevolazioni fiscali alla Chiesa cattolica;
  7. Conteggio retributivo per tutti e ricalcolo pensioni, inclusi i vitalizi dei parlamentari;
  8. Scaricabilità di ogni singola spesa dalle tasse;
  9. Riduzione delle spese militari e rientro immediato dall'Afghanistan;
  10. Adozione di software open source per la Pubblica Amministrazione;
  11. Asta pubblica per le frequenze del digitale terrestre;
  12. Soppressione di tutte le province;
  13. Legalizzazione e tassazione della prostituzione;
  14. Ridimensionamento delle spese del Quirinale;
  15. Eliminazione di ogni privilegio di Province e Regioni autonome;
  16. Copertura finanziaria di ogni opera pubblica;
  17. Sfruttamento e utilizzo degli immobili del demanio da parte della Pubblica Amministrazione;
  18. Eliminazione delle consulenze esterne per Stato e Enti Locali;
  19. Abolizione dei comuni sotto i 5000 abitanti;
  20. Abolizione del denaro contante.
Vogliamo credere che il nostro governo sia così stupido da non pensare a nessuna di queste possibilità? Altro che prediche sui sacrifici necessari per tutti, prima di tutto è necessario applicare tutti quei provvedimenti che potrebbero aiutare a superare la crisi a costo zero, solo dopo si potrà parlare di sacrifici.


venerdì 11 novembre 2011

Monti si o Monti no?

Le possibilità di un governo guidato da Monti si fanno sempre più alte e i mercati rispondono positivamente. Lo spread infatti è sceso sensibilmente rispetto ai giorni scorsi dimostrando che la finanza vuole un suo uomo alla guida dell'Italia.

Sto notando come Mario Monti stia diventando quasi una figura mitologica: l'uomo che ci salverà dalla catastrofe. Quest'uomo sarà senz'altro capace di far sorridere i mercati, anche perchè dei mercati fa praticamente parte con il ruolo importante ricoperto alla Goldman Sachs e il suo forte orientamento neoliberale.

Il mezzo con cui farà sorridere i mercati tuttavia, non facciamoci illusioni, saremo noi. Prepariamoci ad una macelleria sociale senza precedenti. Berlusconi sarà anche politicamente morto ma la minaccia sono tutti coloro che siedono in Parlamento.

Tra parentesi, chi queste cose le dice viene sistematicamente censurato, ne saprà qualcosa Santoro in quanto poco prima della messa in onda della puntata di ieri si è visto rubare due ripetitori di Telelombardia che avrebbero dovuto raggiungere 500mila potenziali spettatori. Casualità? Ne dubito.


giovedì 10 novembre 2011

Spread terrificante, record a 574 punti

A quanto pare la promessa di Berlusconi di dimettersi dopo l'approvazione del Patto di Stabilità non ha convinto i mercati. Ieri abbiamo probabilmente assistito alla giornata più nera della Seconda Repubblica: lo spread ha infatti raggiunto per un attimo il terrificante livello di 574 punti con tassi di interesse al 7,48% (si tenga presente che il punto di non ritorno individuato da molti economisti è il 7%).

Probabilmente a diminuire lo spread, poi attestatosi a quota 552, hanno contribuito le parole del presidente della Repubblica Napolitano che ha assicurato che le dimissioni sono certe, non una mera possibilità.

Tuttavia la situazione rimane a dir poco drammatica e non si risolverà certamente mandando a casa Berlusconi. Resta però fuor di dubbio che nel breve termine la finanza italiana avrebbe benefici rilevanti: i casi di Spagna, con le dimissioni di Zapatero, e della Grecia, dopo aver risolto il problema Papandreou, sono li a farci da esempio.

In questo contesto da panico spunta però un'ottima notizia (seppur sensibile a future smentite): la fine di Berlusconi come uomo politico. Egli stesso ha infatti dichiarato che non si ricandiderà più... con nostra somma gioia!


mercoledì 9 novembre 2011

Berlusconi, premier con la data di scadenza

Ieri la Camera ha votato il rendiconto di stato con 308 favorevoli e 321 astenuti segno inequivocabile che la maggioranza (fissata a 316) non esiste più.

Come avrà reagito il nostro premier? Dimettendosi mesto mesto? Utopia. Berlusconi ha promesso a Napolitano di fare un passo indietro appena dopo l'approvazione del Patto di Stabilità, il quale contiene il maxi-emendamento di tutte le promesse fatte all'Unione Europea in quella famosa lettera di intenti presentata a Bruxelles recentemente.

L'Italia dovrà quindi subire un ulteriore mesetto di inferno finanziario.

Ma non è finita. Il maxi-emendamento contenente le promesse fatte all'Europa è stato sonoramento bocciato dall'Unione il 4 novembre per mezzo del commissario europeo agli affari economici Olli Rehn. Dunque cosa andrà ad approvare il governo? Provvedimenti già giudicati insufficienti? Qualcosa di nuovo?

In Italia regna l'incertezza ed a guidarla ha un premier con la data di scadenza, come lo yogurt.


martedì 8 novembre 2011

Tutti contro Berlusconi, anche lo spread

Ormai l'aumento dello spread con i titoli tedeschi è direttamente proporzionale alle possibilità di permanenza di Berlusconi alla carica di primo ministro.
Nella giornata di ieri, quando Giuliano Ferrara ha dichiarato che il suo padrone Silvio si stava preparando a dimettersi, lo spread è diminuito di colpo. Quando poi è arrivata la smentita è tornato a salire toccando un nuovo record storico di 491 punti.

Incredibile come le due cose siano strettamente collegate, i mercati vogliono un cambio di governo e l'Italia, se vuole sopravvivere ancora per qualche tempo, glielo deve dare.
E' infatti palese a tutti come il problema più urgente che l'Italia deve risolvere ha un nome e un cognome. E' chiaro perfino alla Lega Nord che ieri ha chiesto formalmente al premier di fare un passo indietro.

La giornata odierna potrebbe rappresentare la fine di questo governo e forse la fine di Berlusconi come uomo politico. E' bene tuttavia non lasciarsi andare ad un ottimismo troppo sfrenato anche perchè la situazione è a dir poco confusionaria e al voto di oggi, alla Camera, potrebbero esserci spiacevoli sorprese.

Staremo a vedere.




lunedì 7 novembre 2011

Berlusconi è d'accordo con me

Incredibile Berlusconi è d'accordo con me: una delle cause dell'alluvione di Genova è l'aver costruito dove non si doveva. Una cosa però mi sfugge: chi diavolo ha fatto approvare due condoni? Destano perplessità certe dimenticanze, anche perchè al posto di sembrare solidale con le popolazioni alluvionate SEMBRA che le stia prendendo per il culo.

Ma in questi giorni il premier ha ben altro a cui pensare, che sarà mai una città in ginocchio con tanto di morti e dispersi? La sua maggioranza perde infatti pezzi ogni ora che passa e le possibilità di far passare alla Camera il rendiconto di stato si assottigliano di conseguenza.

Per avviare una nuova campagna acquisti Berlusconi sta pensando di far dimettere una ventina di sottosegretari per comprare con nuove poltrone altri parlamentari. Insomma, una versione in grande di quanto successo il 14 dicembre scorso e il recentissimo 14 ottobre.
Tuttavia la possibilità di un esecutivo "istituzionale" guidato da Monti sta diventando un'opzione sempre più gradita e che trova il trasversale appoggio del PD, di Fini e addirittura di qualche elemento del PDL, il che è tutto dire.

Entro stasera ne sapremo sicuramente di più.




domenica 6 novembre 2011

La rivoluzione di Santoro tra una maggioranza che non esiste più

Martedì si tornerà a votare in aula il rendiconto dello Stato già bocciato l'11 ottobre alla Camera e i numeri per porre la fiducia sull'atto non ci sono. Secondo Verdini, non l'ultimo arrivato nel PDL, la maggioranza conta 306 membri dopo le numerose defezioni degli ultimi giorni, numero non sufficiente a definire la maggioranza tale.

L'appello di Napolitano di salvaguardare la credibilità dell'Italia evitando una imbarazzante bocciatura del rendiconto di Stato potrebbe, paradossalmente, essere un salvagente per il governo, sta di fatto che un governo che arranca non aiuta minimamente il paese.

In molti invocano una rivoluzione. A modo suo Michele Santoro l'ha già fatta con la prima puntata del suo Servizio Pubblico: oltre il 12% di share ottenuto tramite Sky, Internet e soprattutto televisioni private che hanno trovato nel programma di Santoro una vera e propria miniera d'oro, un risultato straordinario.
I numeri sono impressionanti: le sole tv private hanno collezionato più di due milioni di telespettatori, Sky quasi 650 mila e su internet si sono contati un totale di 5 milioni di contatti con un'utenza media di 300 mila.

Il Paese vuole avere la libertà di informarsi e di essere informato, possibilmente non dai Minzolini e dai Fede di turno. La fiamma della protesta che arde in tutta Italia viene accusata di essere demagogica, di fare solo antipolitica. Personalmente invece, credo che non si sia mai vista negli ultimi vent'anni una così grande voglia di cambiare, di migliorare, di lottare per i diritti, per la scuola e per il lavoro. E questa, non è forse politica? ...quella vera?


sabato 5 novembre 2011

Liguria in ginocchio, colpa di chi?

Tra spread che vola, borse che crollano e il commisariamento del Fondo Monetario Internazionale l'Italia vive un altro tipo di dramma: la Liguria è in ginocchio, Genova in testa.

Il capoluogo ligure è paralizzato, annegato nel fango dei suoi torrenti cittadini. Quando l'emergenza sarà passata contro chi si punterà il dito? Contro un destino infausto? Ad una sventura a cui la natura ha deciso di sottoporci?
Oppure a tutte quelle persone che hanno deciso di costruire dove non si doveva, i paladini della cementificazione a tutti i costi in nome del profitto?

Sono queste le persone con le mani sporche di sangue, la natura si è semplicemente ripresa ciò che è suo.
Lo sappiamo da millenni: in autunno può piovere, e anche parecchio, che novità. I torrenti e i fiumi vanno puliti, gli argini vanno curati e soprattutto non si costruisce dove non si deve.

venerdì 4 novembre 2011

Italia commissariata dal Fondo Monetario Internazionale

Mi viene da pensare che un po' tutti i politici europei abbiano una malattia che impedisca loro di mettere un filtro tra i loro pensieri e le loro parole. Non si spiegherebbe altrimenti il possibile ripensamento di Papandreou per quanto riguarda il referendum per il piano sul debito greco deciso da Bruxelles il 27 ottobre.

Parlare di un referendum del genere e poi non farlo serve solo a bruciare miliardi di euro sui mercati e supera in stupidità le parole di Bossi per il quale l'Italia non durerà un giorno. Parole al vento come se non sapessero che ogni sillaba che questi signori pronunciano va a riflettersi sull'andamento delle borse.

Per carità è una notizia tutta da verificare ma se fosse vero forse sarebbe il caso di regalare al premier greco una museruola. Non è molto consolante sapere che un premier straniero è probabilmente pari o addirittura peggiore del nostro.

Nel frattempo l'Italia viene commisariata: il Fondo Monetario Internazionale effettuerà ogni tre mesi una relazione sulle misure adottate dal nostro governo per aiutare la crescita. Roma smentisce mentre Barroso, presidente della Commissione europea, dichiara addirittura che è stata l'Italia a chiedere aiuto.
Insomma, per i nostri politici il concetto di trasparenza è proprio qualcosa di estraneo.


giovedì 3 novembre 2011

Governo allo sbando, parlamentari del PDL si sfilano dalla maggioranza

Il governo non è più credibile nemmeno per i membri del partito che lo compongono. Antonione, primo coordinatore di Forza Italia, in particolare ha usato parole forti dichiarando di uscire dal gruppo parlamentare del PDL e di non votare più eventuali fiducie per questo governo. A seguirlo, con profili più bassi, i fedelissimi Scajola e Pisanu con frotte di parlamentari appartenenti al vecchio gruppo dei "responsabili".

In questo roseo contesto, il consiglio dei ministri di ieri notte è riuscito a presentare qualche provvedimento in risposta alle richieste della UE: vendita degli immobili dello Stato, liberalizzazione delle professioni e misure sul trasporto locale. Insomma un piano che sembrerebbe solo la pallida ombra di ciò che l'Unione Europea si aspetta da noi e che non rispetta minimamente gli intenti presentati a Bruxelles. E' un piano che viaggia sugli stessi binari delle manovre economiche di questa estate: usano l'aspirina mentre ci sarebbe bisogno dell'antibiotico.

Non che caldeggi misure assassine contro il welfare state sia chiaro, i soldi sanno tutti dove andarli a prenderli, diventa difficile farlo quando manca la volontà e si è in malafede.

Nel frattempo mentre Berlusconi e compagnia bella giocano col nostro futuro, la Merkel e Sarkozy fanno la voce grossa e dichiarano che la priorità è la stabilità dell'euro, con o senza Atene. In Grecia il famoso referendum lanciato da Papandreou potrebbe essere effettuato il 4-5 dicembre, esso decreterà la permanenza o meno di Atene nell'Unione. Fino ad allora ovviamente, non ci sarà un solo euro di aiuti per il paese ellenico.


mercoledì 2 novembre 2011

Papandreou è un folle o un patriota?

La proposta del premier greco Papandreou di indire un referendum per accettare o meno il piano di salvataggio della Unione Europea merita un ragionamento a parte. Il piano dell'Unione prevede tagli durissimi praticamente a qualunque cosa, a pagare per l'incompetenza della politica saranno solo ed esclusivamente i cittadini greci.

E' quindi molto probabile che essi diranno no ai programmi decisi a Bruxelles e che quindi sceglieranno il default totale per il proprio paese. Le conseguenze di un tale atto si ripercuoteranno innanzitutto su Italia e Spagna in quanto essi sono paesi già in grave difficoltà e anche sulla Francia, il paese più esposto al debito greco.

Si rischia di cadere in quel domino europeo che l'Europa, Germania in testa, vuole evitare ad ogni costo.
Un default greco potrà trascinarsi dietro altri paesi fino a far collassare l'intera Unione.

Papandreou è dunque un folle? Sono combattuto perchè, andando oltre i miei interessi di italiano, probabilmente questa è la prima cosa giusta che il premier greco fa per il suo popolo.
Alla Grecia andare in default conviene, uscire dall'euro conviene ancor di più.
Il paese è infatti entrato in una diabolica spirale fatta di aiuti concessi solo dopo dei tagli alla spesa pubblica, e i tagli provocano una recessione economica che per essere arginata richiede altri aiuti.

Tuttavia l'errore potrebbe stare a monte. Perchè paesi come Italia e Grecia con un'economia fuori da ogni parametro imposto dall'Unione Europea sono stati accolti nell'Unione stessa? Probabilmente per calcoli politici. Resta il fatto che tali concessioni, oggi, si ripercuotono su tutti noi.


martedì 1 novembre 2011

Papandreou terrorizza l'Europa, mercati nel panico

L'Unione Europea ha creduto alla lettera di intenti del nostro governo garantendo la tenuta dei mercati almeno per qualche giorno. Dalla giornata di ieri tuttavia, la magia sembra essere svanita, crollano infatti le borse e lo spread sale al massimo storico di 460 punti.

Record non certo ambiti ma comunque reali. La sfiducia verso il nostro governo non è qualcosa che si possa cancellare con due parole dell'Unione sui nostri presunti intenti.
Ma ad innescare questa giornata nera per le borse europee è stata probabilmente la dichiarazione di Papandreou, premier greco, nella quale ipotizzava un referendum per accettare l'accordo nato in seno alla UE per quanto riguarda la crisi del debito.
Inutile dire che un referendum di tale entità sarebbe sicuramente bocciata dal popolo greco sancendo finalmente il definitivo default greco con ripercussioni importanti sulle economia di Germania e Francia, molto esposte al debito di Atene.

In questa situazione drammatica nella quale l'Italia ha la maglia nera, Bossi impara dal suo padrone mr B. e minaccia di spaccare la faccia ai giornalisti rei di inventarsi un sacco di storie, prima fra tutte la denuncia della precoce pensione della moglie. Una minaccia del genere da un anziano malato è credibile quanto la castità di Berlusconi, ma tant'è.

Magari gli speculatori finanziari ci credono e torneranno a investire sui nostri titoli di stato per paura dell'ira del senatur... o no?


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