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martedì 27 maggio 2014

Grazie italiani!

Delusione, amarezza, tristezza e anche rabbia; fra ieri e oggi le ho passate tutte.

E' vero, il M5S porta avanti concetti così rivoluzionari che il 21% dei voti appare un miracolo in un Paese conservatore come il nostro ma si partiva comunque dal 25% del 2013 e ogni movimento deve puntare a crescere. E' una sconfitta pesante inutile negarlo.

Sicuramente la propaganda portata avanti da televisioni e carta stampata dai toni tipo "Grillo nazista", "urlano e basta", "cos'hanno fatto in Parlamento?" ha giocato un ruolo fondamentale nel conseguire questo risultato. D'altronde un Paese che viene dopo il Ghana per la libertà di stampa non può certo avere un'informazione degna di questo nome.

Il talento davanti alle telecamere di Renzi ha fatto il resto: ha saputo vendere bene il suo prodotto (il nulla) e gli italiani gli hanno dato fiducia nonostante abbia già dimostrato di essere un bugiardo seriale.

Non solo lui: parliamo ad esempio del nuovo Presidente della regione Piemonte Chiamparino, uno con una carriera politica di trent'anni alle spalle, ecco alcune delle sue prodezze, ampiamente documentate: PD, EXPO E TANGENTOPOLI, DEBITO MOSTRUOSO, SISTEMA TORINO, FIAT E MARCHIONNE, SUPER STIPENDI, CASO MURAZZI, SPRECHI MILIONARI, SCANDALO CSEA, GRANDI OPERE, EVENTI E CRIMINALITA', BUCHI DI MILIONI DI EURO, AMBIENTE, CEMENTO E BANCHE, 7 POLTRONE, PD, FIRME FARLE E RIMBORSOPOLI.

Sicuramente tutti i piemontesi che lo hanno votato conoscevano tutto a menadito. Così come sapevano perfettamente che fra le fila del PD, alle europee, sono stati candidati gli indagati Soru, Caputo, Petrone e Ferrandino. Ma loro, a differenza dei "grillini", hanno esperienza e sono persone note (soprattutto alle procure) dunque votarli va benissimo! Anzi, essere indagati, o ancora meglio condannati, sembrerebbe fare curriculum in Italia: Raffaele Fitto ha infatti incassato 284.000 preferenze pur essendo condannato in primo grado per corruzione. In Italia ci sono 284.000 corrotti che vogliono essere rappresentati?
QUI qualche altro impresentabile che gli italiani hanno mandato in Europa più o meno a loro insaputa, a seconda della loro buona o malafede.

L'italiano è un animale strano: se ne frega di essere preso per il culo, non vuole cambiamenti radicali; lo ha dimostrato con il voto. L'italiano medio è un democristiano che se ne sbatte di qualsiasi tipo di questione morale, almeno nei fatti. A parlare sono buoni tutti. Sta di fatto che hanno votato gente che avrebbe potuto, da vent'anni, creare una legge seria sul conflitto d'interesse e, almeno, ratificare le direttive dell'UE sulla corruzione che, guarda caso, sono fra i principali mali di questo Paese.

Non bastano i milioni e milioni di pensionati, la cui apertura mentale è, comprensibilmente, prossima allo zero, per giustificare certi risultati: come diavolo fa il partito del pregiudicato ad essere ancora al 16%??? Cosa doveva fare Berlusconi per non prendere più voti? Uccidere qualcuno? E la Lega? Vogliamo parlarne? Come fa ad esistere ancora? Io cerco di rispettare l'opinione di tutti ma a volte, lo ammetto, fatico a farlo. Votare Berlusconi dopo una condanna definitiva per frode fiscale ha senso solo se sei un evasore.

Il M5S ha, infine, sbagliato sicuramente qualcosa in campagna elettorale, soprattutto il blog di Beppe Grillo, reo di aver pubblicato post facilmente attaccabili dai media. Impossibile non immaginare che la "parafrasi" di Primo Levi sarebbe stata duramente criticata. Aldilà di qualche post opinabile comunque, l'operato dei parlamentari è stato ineccepibile. Mi chiedo a questo punto, anche alla luce dei risultati elettorali, quanto bene faccia la presenza di Grillo nel Movimento. L'impressione è che il comico spaventi gli indecisi e convinca i "già convinti". Potrei tuttavia sbagliarmi.

Sta di fatto che non bisogna arretrare di un passo, rimanere compatti e continuare a lottare. Cosa rimarrebbe se si perdesse la speranza di un futuro migliore?



domenica 25 maggio 2014

Europee 2014: ecco perché votare M5S

Mi rendo conto che non è immediato capire perchè bisogna votare il Movimento Cinque Stelle. Nè pretendo di riuscire a spiegare le mie motivazioni in poco spazio. Al di là del lavoro svolto finora dagli eletti, che trovate qui e potete giudicare da soli, vorrei solo evidenziare come Grillo, e il programma del movimento, sia l'unico a parlare di temi tanto fondamentali quanto sistematicamente ignorati da PD, PDL e tutti gli altri partitini, anche i più progressisti. La lista per Tsipras, per esempio, ha un programma quasi identico al M5S, ma manca completamente un'analisi su quanto sia insostenibile continuare a basarsi sulla crescita.

Le nostre società, anche le più ricche, sono destinate a collassare, non importa quanto ben governate esse siano. È il sistema che è insostenibile, tutti gli indicatori lo dicono, ma i partiti attuali si prendono e ci prendono in giro, non affrontano mai i problemi strutturali. Perché? O perché sono coinvolti (lobbies, corruzione, massoneria, siamo pieni di prove di questo tipo...), o perché sono incapaci.

L'Europa è il nostro futuro, ma bisogna andare nelle istituzioni e prenderne il controllo, prima che i partiti attuali, che giocano a fare la destra e la sinistra, continuino a trasformarla in una falsa democrazia controllata da banche e aziende, dove il bene pubblico non esiste. Sono sulla buona strada, purtroppo, perché noi cittadini non ci siamo mai interessati all'Europa. Questo deve finire. Interessiamoci, e andiamo a votare. Le Europee sono le elezioni più importanti. Per l'occasione, vi ripropongo una breve guida sull'Unione Europea che scrissi anni fa, ma ancora valida.

Non posso riassumere qui i tanti punti fondamentali che Grillo e il M5S affrontano. Grillo ha la capacità di mettere insieme idee, problemi e soluzioni nei suoi discorsi, quindi vi propongo la visione di questo video:


Per chi non ha tempo di guardarlo tutto, consiglio di partire dal minuto 21:00. Assolutamente da guardare dal minuto 35 alla fine).
Al di là di alcuni candidati discutibili, al di là degli errori suoi e di altri, io voterei M5S perché Grillo è l'unico che fa di questi punti un programma politico.

Se dovessi individuare alcuni dei motivi per cui votare M5S, e non altri partiti che pur si presentano con un bel programma, sono questi (ordine casuale, lista non esauriente):
1) "Il lavoro deve essere una parte importante della tua vita, non tutta la tua vita."
"Questi qua parlano ancora di Pil, di queste cose qui, ma con la crescita non si creano posti di lavoro".
"Non serve crescita, serve SVILUPPO".


Grillo è l'unico che parla pubblicamente del lavoro affrontando i problemi FONDAMENTALI, e non di superficie. Nel prossimo futuro non possiamo continuare a basarci su una società in cui si dipende dal lavoro, questo la sinistra e i sindacati non lo riescono o non lo vogliono capire.
I posti di lavoro in buona parte spariscono, macchine e software sostituiscono l'uomo, e giganti come la Cina assorbono il lavoro tradizionale. Il lavoro manuale si sposterà di paese in paese, cosi funziona il capitalismo. Questo è un problema strutturale che nessun partito affronta, in Italia o in altri paesi europei. Ci ritroveremo il problema addosso senza accorgercene, se continuiamo a votare partiti collusi che non vogliono cambiare i fondamentali.

Grillo parla più nello specifico di una nuova idea di lavoro, e in particolare edilizia, riconversione, efficienza energetica, al minuto 35:00 e di reddito di cittadinanza al minuto 38:30.

2) Il M5S vuole un'Europa che sia una comunità, non una unione di banche e multinazionali che hanno più poteri dei governi. Io voglio un'Europa forte, è l'unico modo di imporre una nuova visione della società.

3) Le logiche del libero mercato sono folli. Problemi come le arance che restano nei campi perché costa meno importarle dalla Tunisia sono solo la punta dell'iceberg di un sistema insostenibile. Nessun partito, eccetto il M5S, riflette su questi problemi. Grillo parla spesso di queste cose.

4) L'Europa deve smetterla di distribuire fondi europei alle regioni del Sud, non servono a niente, finanziano solo le mafie e alimentano il clientelismo

5) Io penso che l'Unione Europea sia l'unica forza che può iniziare a smantellare questo sistema economico folle e inefficiente, e iniziare a realizzare la visione di un sistema economico che NON si basi sul produrre più possibile oggetti che si devono guastare prima possibile e diventare rifiuti. Come ha sempre detto Grillo da decenni, prima che ingegneri e filosofi iniziassero a parlarne, "se c'è un rifiuto vuol dire che c'è un difetto nella progettazione". Se per voi queste cose non hanno importanza, allora continuate pure a votare PD e compagni.

6) I partiti parlano di energia in modo generico. Qualcuno accenna alle energie rinnovabili, altri folli parlano di "shale gas", ovvero trivellare e iniettare tonnellate di fluidi inquinanti nel sottosuolo per estrarre gas dalle rocce. Follia.
Ma nessuno tocca un sistema energetico basato sulla centralizzazione, ovvero mega-aziende che producono elettricità, e cittadini passivi che pagano. Grillo e il M5S ribaltano questa idea, proponendo energia rinnovabile e DECENTRALIZZATA, ogni casa produce energia. Concetti che piano piano si stanno facendo strada.

7) PD e PDL hanno svenduto il paese in vari modi. La sinistra italiana ha privatizzato più che della destra. Privatizzare vuol dire svendere beni pubblici a privati, e spesso scaricare i costi sulla collettività. Renzi è solo l'ultimo tra i tanti al servizio di colossi privati che acquistano industrie, banche e ben presto patrimonio artistico.

8) Ridefinire il problema del debito, abolire il fiscal compact e procedere con gli eurobond. Agire a livello europeo su queste tematiche è fondamentale.
L'unico punto del programma M5S su cui non sono d'accordo è il referendum sull'euro. Una follia secondo me.

9) Grillo ha sempre detto, fin da tempi non sospetti quando nessuno le criticava, che le banche devono tornare a fare le banche, ovvero prendere i risparmi e rimetterli in circolo. Niente attività finanziarie, ricchezza virtuale. E, ovviamente, alta tassazione sulle operazioni finanziarie.

Mi fermo qui. Chiaramente ci sono altri gruppi politici che hanno idee simili, anche se solitamente manca l'analisi dei problemi fondamentali e delle soluzioni. Questo perché spesso sono partiti e persone integrate nel sistema, che guadagnano dal sistema e servono la funzione di creare una falsa democrazia. Le elites non vogliono la democrazia, questo è dimostrato dalla storia, dai fatti, e da documenti ufficiali (leggete Noam Chomsky). La democrazia infastidisce le elites, lo dicono esplicitamente.

Per questo e tanti altri motivi, e nonostante cose che non mi convincono appieno, invito a votare M5S e a partecipare attivamente per controllare che gli eletti lavorino bene.

P.S. Progressisti in buona fede che ancora credono nel PD? Leggete questo: http://www.tzetze.it/redazione/2014/05/renzi_e_berlinguer_il_commento_di_travaglio/index.html

Articolo di Stefano Espositohttp://isoladikrino.blogspot.it/

giovedì 1 maggio 2014

Cosa rimane da festeggiare?

La festa dei lavoratori, ormai da diversi anni, ha sempre più il sapore della presa in giro. Sempre meno persone hanno motivo di festeggiare: in tantissimi un lavoro non ce l'hanno e, chi ha questa fortuna, è spesso un precario con un contratto che, ufficialmente, viene definito atipico e, ufficiosamente, ridicolo.

E' comparso proprio oggi sul Fatto Quotidiano un articolo molto interessante che parla della proliferazione dei contratti atipici in Europa: a fare da apripista a questo tipo di contratti è stata la Germania e, da allora, il resto dell'Unione ha cercato di seguire il suo esempio illudendosi che, un aumento dell'occupazione, determinasse anche un aumento del PIL e quindi la tanta agognata crescita. Se questo assunto poteva essere parzialmente vero in passato, oggi non è più così: i contratti atipici sono diventati un fenomeno di massa riguardando milioni di persone e provocando, in tal modo, non più un aumento di posti di lavoro ma una redistribuzione degli stessi inibendo in tal modo la tanto agognata crescita.

In Italia negli ultimi anni si è seguito l'andazzo generale: anche le riforme di Renzi (dl lavoro approvato alla Camera, approderà presto al Senato) vanno nella direzione di maggiore flessibilità (una parola carina da sostituire a precariato) senza, peraltro, garantire un reddito minimo come succede in tutto il resto d'Europa.

La tanto discussa proposta del Movimento 5 Stelle infatti, è già legge in tutti gli altri Paesi europei TRANNE che in Italia e in Grecia. In Italia insomma, si vogliono eliminare i contratti a tempo indeterminato a favore di una maggiore precarietà senza nemmeno garantire una minima forma di tutela: i suicidi per disperazione sono anche frutto di certe scelte politiche: incredibile come certa gente, al mattino, riesca a guardarsi allo specchio.

QUI l'ottimo articolo del FQ.




giovedì 10 aprile 2014

Un altro favore alla mafia

Cronostoria della riforma del 416 ter (voto di scambio politico-mafioso): dal Senato esce un testo ferocemente criticato da Forza Italia.

Questo testo arriva alla Camera il 3 aprile, dopo l'incontro di Berlusconi (il condannato) e Napolitano (il Capo dello Stato che si guarda bene dal testimoniare al processo sulla trattativa Stato-Mafia) e, sarà un caso, ma la riforma viene affossata e privata di ogni suo significato grazie ad un emendamento della maggioranza: vengono ridotte le pene e vengono resi impunibili i politici che si "mettono a disposizione" della mafia prima di ottenere i voti. Questa volta Forza Italia applaude.

Vista la modifica, il testo è tornato oggi al Senato, dove, per la seconda volta nella storia della Repubblica, viene applicata la ghigliottina su richiesta di senatori del PD e di Forza Italia. Viene, in altre parole, interrotta la discussione impedendo all'opposizione.... di fare opposizione! (QUI il video). Un provvedimento chiaramente antidemocratico voluto dalle stesse persone che vanno in televisione a definire il M5S "fascista" e "squadrista". Come per la Boldrini, che applicò la ghigliottina per regalare 7,5 mld alle banche, la scusa è l'urgenza: "vogliamo che la legge sia pronta per le europee".

Ed è anche comprensibile perché con questa legge il voto di scambio sarà molto più facile. Complimenti.






mercoledì 2 aprile 2014

L'abolizione delle province è l'ennesima farsa

Da giorni ormai il governo non fa altro che ripetere quanto è bello e bravo ad aver abrogato le province. Iniziamo a fare un po' di chiarezza. Innanzitutto le province non saranno assolutamente eliminate, per quello serve una riforma costituzionale; saranno semplicemente "ristrutturate":
  • non si voterà più, il presidente della provincia e i membri del consiglio provinciale saranno eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali e non riceveranno nessun compenso;
  • addio alla "giunta provinciale", "arriva l'assemblea dei sindaci" come organo della provincia;
  • le sue funzioni saranno:
    a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale;d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali.
Fonte: Senato

C'è chi apprezzerà, aldilà del merito su questa trasformazione (e non abrogazione) delle province, il fatto che ci saranno meno politici da pagare (1700 in meno e non 3000 come sbandierato da Renzi). 
Tuttavia questo è solo una parte della riforma, c'è anche quella che riguarda i comuni dove assessori e consiglieri vengono sistematicamente aumentati. Praticamente il governo fa uscire dalle porte della provincia il politico e lo fa rientrare dalle finestre dei comuni.

Ma tanto va bene lo stesso: Renzi in tv dice che ha abolito le province, la stampa non verifica gli atti parlamentari e il governo passa per eroe. Film già visto.

Infine c'è anche l'introduzione di dieci "città metropolitane", altro livello intermedio fra comuni e regione, in altre parole, un nuovo mezzo della casta per creare poltrone e quindi posti di potere..... raccontatemi ancora la favola di quanto risparmieremo!


giovedì 27 marzo 2014

Jobs Act

Definire l'operato politico di Matteo Renzi ambiguo è un eufemismo: da una parte, in televisione, il premier ti spiega come il lavoro sia una priorità, che la disoccupazione vada combattuta e la giustizia sociale sia fondamentale; dall'altra parte invece, propone il suo "jobs act" e rimani basito nell'apprendere che i contratti a tempo determinato potranno essere prolungati senza interruzioni fino a tre anni.
E' praticamente un inno al precariato che non fa altro che rafforzare le differenze fra i lavoratori a tempo indeterminato e i lavoratori precari che non potranno permettersi di pianificare il proprio futuro.

Le certezze sul futuro sono sacrificate sull'altare di mezzo punto percentuale sull'occupazione che, chiaramente deve aumentare, ma mi chiedo se, per farlo, l'unica via sia affermare ancora di più il precariato, un fenomeno che già oggi uccide i sogni e le speranze per il futuro dei più giovani semplicemente perché un futuro non possono nemmeno permettersi di immaginarlo.

Fortunatamente in Parlamento non è ancora arrivato NULLA di tutto questo, sappiamo ormai bene che Matteo Renzi fa politica a forza di tanti spot elettorali e nessuna sostanza.




martedì 11 marzo 2014

Quote Rosa

Sarà qualcosa di impopolare da dire ma sono fermamente contrario alle quote rosa nella politica. Ciò non significa che nel mercato del lavoro le donne abbiano raggiunto la parità di genere: c'è ancora molto da fare in tal senso. Tutti, però, dovrebbero avere eguali possibilità di accedere alla vita politica del Paese, indipendente dal genere, razza, religione e orientamento sessuale. Le uniche discriminanti accettabili dovrebbero essere il merito e la competenza, il resto vien da sé; tant'è vero che il Movimento 5 Stelle, nelle consultazioni online per le elezioni politiche dell'anno scorso, ha eletto donne per il 55%.

L'unico mezzo per premiare merito e competenza è la "preferenza". Se il cittadino potesse scegliere liberamente chi mandare in Parlamento cercherebbe di eleggere la persona migliore, almeno dal suo punto di vista, indipendentemente dal sesso.

La Camera ha, a tal proposito, affossato questa opzione bocciando le preferenze. Protetti dal voto segreto molti deputati di maggioranza hanno votato a favore ma non è bastato: il patto fra Renzi e il condannato Berlusconi viene legittimato dal voto in aula dimostrando che l'azionista di maggioranza del PD è proprio quest'ultimo.



giovedì 27 febbraio 2014

Le espulsioni dal Movimento, sono veramente solo una questione di democrazia interna?

La questione delle espulsioni del M5S non è banale e sarebbe ridicolo liquidarla in poche righe. Tacciare tali espulsioni come "fasciste" o "antidemocratiche" è demagogia, non spiega nulla: non si tratta solo di democrazia interna ma anche di democrazia nella sua totalità.

Mi spiego meglio: allontanare chi la pensa diversamente da te è sicuramente un concetto antidemocratico, non ci piove. Ma è veramente questo il caso?
Da più parti, all'interno del Movimento ma anche in contesti giornalistici seri, sono saltate fuori testimonianze che possono essere riassunte nelle seguenti parole di Alessandro di Battista:

"Io ho visto in queste 4 persone, sistematicamente, da mesi, e in modo organizzato, la logica del dolo, la malafede, il sabotaggio di tutte le grandissime battaglie che abbiamo portato avanti come gruppo. Ogni qual volta avevamo un successo da comunicare (e voi sapete quanto per il M5S che ha il 99% dei mezzi di informazione contro sia difficile comunicare) usciva, sistematicamente una dichiarazione di uno dei 4 pronta a coprire il messaggio del gruppo. Ogni qual volta serviva lanciarsi e buttare il cuore al di là dell'ostacolo (molte battaglie le abbiamo iniziate senza sapere come sarebbero finite, senza nemmeno immaginare le conseguenze agli occhi dell'opinione pubblica, vedi art.138) c'era sempre uno dei 4 che si trasformava in “zavorra professionale”, una zavorra che puntava all'immobilismo. E per un Movimento restare fermi è la morte assoluta."

Non è dunque questione di dissenso interno. Il dissenso esiste nel merito delle leggi e delle azioni da portare avanti, si discute, ci si confronta, si vota all'interno del gruppo e si porta in Parlamento la volontà della maggioranza. La parte "perdente", se leale, si adegua per quella volta alla maggioranza senza rilasciare dichiarazioni al vetriolo alla stampa, altrimenti si sta facendo un danno alla propria parte politica. Questo è un concetto che i 4 senatori espulsi non hanno mai imparato.

Certo è che, se dopo ogni votazione, mi trovo in disaccordo la maggior parte delle volte, allora c'è qualcosa che non va: mi chiederei se sono in linea con il gruppo politico che mi ha portato in Parlamento e, in caso contrario, prenderei di mia iniziativa le distanze uscendo dal gruppo parlamentare e dando le dimissioni. L'onestà intellettuale imporrebbe questa condotta, un'onestà intellettuale che è mancata ai quattro senatori espulsi che hanno aspettato il provvedimento dall'assemblea del M5S riunita in seduta comune e la successiva ratifica dell'espulsione da parte degli iscritti al sito di Beppe Grillo.

Travaglio, nel merito, ha sottolineato come sia ridicolo da parte di PD e Forza Italia fare la paternale sulla democrazia interna al Movimento 5 Stelle ponendo, alla fine, una domanda fondamentale:

"....assisteremo alla solita sceneggiata dei partiti più antidemocratici d’Europa che danno lezioni di democrazia. Ma sarà soltanto un espediente ipocrita e propagandistico per rinviare la discussione su un problema che riguarda tutti: davvero la democrazia è chiamare ogni tanto i cittadini alle urne, incassarne i voti su un certo programma e usarli per fare esattamente l’opposto?"

C'è infine anche il sospetto che sia solo una questione di soldi: i precedenti espulsi dal Movimento hanno dimostrato che, alla fine, ciò che gli premeva, era tenere l'intero stipendio. La mancanza di "democrazia interna" era una scusa per farsi espellere o uscire dal gruppo. Lo capisco, è difficile non tenersi 20.000 euro al mese e Beppe Grillo l'aveva preventivato, pronosticando, in tempi non sospetti, un 20% di possibili voltafaccia... speriamo si resti sotto tale soglia.
Tacconi e Catalano, fuoriusciti di loro iniziativa in seguito alle espulsioni, sono due esempi di soggetti che non hanno mai restituito ciò che è stato stabilito dalle regole interne al Movimento. Come è possibile non pensare male?

Il tempo dirà cosa faranno i parlamentari ex pentastellati: avranno un minimo di credibilità solo se rinunceranno a gran parte del denaro che gli spetterebbe a norma di legge così come avevano promesso ai loro elettori, seguendo, al contempo, i principi e lo spirito del MoVimento, altrimenti, le loro accuse rimarranno solo illazioni e chiacchiere inutili.

Clicca sui nomi di Travaglio e Scanzi per leggere i loro articoli, critici ma obiettivi, in merito alle espulsioni.

P.S. Dambruoso sospeso per 15 giorni in seguito allo schiaffo verso la parlamentare del M5S Lupo; 10 giorni di sospensione a 23 parlamentari del M5S dopo la protesta in occasione del decreto IMU-Bankitalia e ben 23 giorni di sospensione per Alessandro di Battista, gran parte dei quali per aver detto a Speranza (PD), prima della sua conferenza stampa, "se menti ti sbugiardo" spingendo il piddino a fare quella conferenza stampa nel suo ufficio. Conclusioni: tirare uno schiaffo ad una donna è meno grave rispetto alla "minaccia" di sbugiardare un deputato in conferenza stampa.







mercoledì 19 febbraio 2014

Le consultazioni con Renzi: autogol

Mancano ormai le parole per definire Matteo Renzi: quello che prometteva di rottamare la vecchia politica andrà, a breve, a governare con i rottamati. Fino a poche settimane fa diceva a Enrico Letta di stare sereno che lui, al governo, ci sarebbe andato solo con i voti. Aveva addirittura annunciato che si sarebbe ricandidato a sindaco di Firenze!

Il popolo italiano ormai crede che quanto dichiarato nei talk show sia un'indicazione politica credibile, non si sofferma mai a verificare se le parole vengono seguite dai fatti in Parlamento con il voto (e nemmeno telegiornali e stampa lo verificano al posto suo); allo stesso tempo, tuttavia, non riesce a ricordarsi di quanto Renzi dichiarava fino all'altro ieri prendendo per buone tutte le sue contraddizioni, come se l'ipocrisia fosse una nota di merito.

Sia chiaro, è lecito sostituire in corsa un primo ministro: siamo una repubblica parlamentare, è il presidente della Repubblica a nominare il primo ministro sentite, tramite consultazioni, le forze parlamentari. Niente di illegale dunque, ci mancherebbe. Viene meno "solo" quell'etica politica che vorrebbe vedere cambiare governo insieme al Parlamento perché solo una maggioranza parlamentare diversa potrebbe dar vita ad un governo diverso, non solo nei nomi, ma anche nei fatti.
In questo caso, per di più, le "consultazioni" con il Presidente della Repubblica appaiono più che altro una farsa: il governo si è deciso fuori dalle istituzioni e la maggioranza parlamentare sarà pressoché la medesima del governo precedente: qualcuno aveva dubbi? Come al solito "cambiare tutto per non cambiare niente".

Il Movimento 5 Stelle, in tutto questo, ha deciso di non presentarsi da Napolitano ed è stata una scelta felice: mai prendere parte ai teatrini, altrimenti si rischia di diventare attori al soldo del regista che già aveva deciso di affidare l'incarico di formare il governo a Renzi.

Le consultazioni con quest'ultimo sono, a parer mio, un discorso diverso. Non certo perché servissero a qualcosa: Renzi ha già i numeri per formare il governo avendo, come detto, il sostegno dei medesimi partiti che hanno sostenuto Letta; dunque non ha minimamente bisogno del M5S e non ha certo interesse a concedergli qualcosa. Che poi, anche fosse, com'è possibile fidarsi? Come ben rilevato da Carlo Martelli, anche se Renzi accettasse, ad esempio, di rinunciare al TAV in Val di Susa potrebbe inserire tale provvedimento in un decreto insieme a, altro esempio, tagli pesanti alla scuola pubblica. A quel punto cosa dovrebbe fare il Movimento 5 Stelle? Votare una porcata per portare a casa qualcosa di buono? E' esattamente ciò che è successo col decreto IMU-Bankitalia, i partiti operano così: mescolano in un solo decreto qualcosa di decente solo per coprire le loro porcate. Come è possibile dare la fiducia ad un bugiardo seriale?

Sul blog Grillo ha chiesto alla base se presentarsi o meno da Renzi. Ha vinto il si per una manciata di voti: uno scarto di circa 500 su 40.000 votanti. Io stesso ho votato per il si pur essendo consapevole, come detto, dell'inutilità pratica dell'incontro. Nel mio mondo utopico ci sarebbe dovuto essere da una parte Renzi che proponeva il suo programma e dall'altra un Di Battista o un Di Maio che ribattevano punto su punto, evidenziando le contraddizioni delle sue parole con i voti espressi in Parlamento dal suo partito. Il tutto ovviamente in diretta streaming in modo da sbugiardare Renzi davanti a tutti.

La diretta streaming c'è stata però ha visto in scena Beppe Grillo che, di fatto, non ha lasciato nemmeno parlare Renzi. Nel merito Beppe ha ragione in ogni sillaba che gli ha sputato in faccia ma, il metodo, fa in modo di regalare assist alla stampa che, da domani, tornerà a dipingere il M5S come un ammasso di fascisti che non vogliono il confronto e non lasciano parlare gli avversari politici. Per non parlare dei TG, già mi immagino i servizi. Grazie Beppe per aver buttato all'aria questa occasione: a saperlo avrei votato per non andare all'incontro e, come me, scommetto parecchi altri.

In questo modo si allontanano gli astenuti, gli scettici e gli indecisi che sono quelli che dovrebbero far vincere le elezioni al M5S: gli elettori convinti non hanno bisogno di questi show, sono già felici del lavoro di 160 parlamentari che, per una volta, dimostrano di far l'interesse dei cittadini e non dei soliti noti. Questi teatrini gettano nell'ombra il loro lavoro e Beppe dovrebbe essere abbastanza intelligente da capirlo. Basta autogol.



sabato 1 febbraio 2014

Cosa rimane della democrazia in Italia?

Quella del titolo è una domanda lecita da porsi visti i recentissimi episodi in Parlamento.

Una premessa: l'uso smodato di decreti legge da parte del governo è, da anni, una prassi consolidata. E' bene ricordare che la Costituzione ne permette l'uso SOLO per casi di straordinaria necessità ed urgenza. Inoltre un decreto deve essere OMOGENEO, cioè non deve contenere testi che non centrano nulla tra loro.

L'esempio lampante di decreto "incostituzionale" è quello dell'IMU-BANKITALIA. Aldilà infatti del vergognoso regalo di 7,5 miliardi di euro alle banche private (di cui ho parlato QUI), si è mischiato ad esso l'abrogazione parziale dell'IMU che, con la Banca d'Italia, centra ben poco. La scusa dell'IMU è comunque tornata utile per avere "l'urgenza" e dunque applicare la ghigliottina. Ovviamente si poteva scorporare la parte IMU e approvarla a parte ma ai partiti viene comodo coprire le loro porcate con qualcosa che può anche lontanamente essere definito sensato. Un'altra strada l'ha sottolineata Mentana QUI, contraddicendo Franceschini e dando luogo ad un raro esempio di buon giornalismo italiano.

La ghigliottina che, lo ricordo, consiste nel tagliare tutti gli interventi dell'opposizione e procedere immediatamente al voto, è un'altra cosa che non esiste nei regolamenti parlamentari; la Boldrini ha pertanto palesemente abusato dei suoi poteri.

Pensate che sia finita? Assolutamente no, leggete questo estratto:

Il testo della legge elettorale arriva in aula senza il voto della commissione Affari costituzionali. “Il presidente Sisto si è dato il mandato come relatore della legge elettorale ma non ha contato i voti. Abbiamo denunciato il mancato conteggio dei voti e il presidente Sisto, per tutta risposta, è andato via”. Ciò che inquieta è che, nelle stesse ore, la medesima cosa è avvenuta in commissione giustizia con il decreto “svuota-carceri”. “La presidente della commissione giustizia ci ha impedito di poter discutere gli emendamenti” spiegano i deputati a cinque stelle. “Evidentemente, anche i presidenti di commissione si stanno allineando al metodo dittatoriale della Boldrini”.

In Italia siamo abituati a cose allucinanti che, le pessime abitudini, hanno reso lecite e normali. C'è chi non capisce perché il Movimento 5 Stelle non ha incontrato Renzi per la legge elettorale: la risposta, chiara e semplice, è che le leggi non si discutono in una stanza a porte chiuse lontani dalle istituzioni. Il luogo del confronto è il Parlamento e le Commissioni parlamentari. In quei luoghi il Movimento si confronta con tutti perché sono le istituzioni il luogo di discussione.

Per citare Di Maio, gli italiani pagano un migliaio di parlamentari affinché facciano i passacarte di Renzi e Berlusconi. I parlamentari sono li per lavorare, non per riferire la volontà di un condannato in via definitiva per frode fiscale e un condannato in primo grado per danno erariale.

Le istituzioni tuttavia, come abbiamo visto, vengono svuotate progressivamente del loro significato: i decreti leggi e i voti di fiducia svuotano il Parlamento dal proprio ruolo ormai da anni e, adesso, nemmeno più le Commissioni possono essere luogo di confronto.

E' chiaro che in una situazione simile, un cittadino dentro le istituzioni, possa perdere le staffe ed esagerare nei toni. Sbagliato, sbagliatissimo; anche perché i telegiornali non aspettano altro che sentire una sillaba fuori posto di un membro del Movimento per montarci servizi infiniti. Le doverose scuse del gruppo parlamentare invece non vengono passate in tv, ci mancherebbe. Come nei telegiornali non si parla mai degli insulti giornalieri che i partiti rivolgono ai parlamentari a 5 stelle, quelli sono, a quanto pare, leciti e giusti. 
E' da giovedì che viene messa in atto una campagna mediatica per diffamare il Movimento 5 Stelle e farlo apparire come un gruppo di folli che hanno solo voglia di buttarla in "caciara". Viene dato ampio spazio ai principali esponenti degli altri partiti, compatti nel condannare il Movimento riempiendosi la bocca di paroloni come "fascisti" e "squadristi" mentre, tranquillamente, svuotano di significato ogni luogo di confronto democratico.
Epici i deputati di SEL che cantano, in risposta alle proteste del M5S, "oh bella ciao" mentre regalano 7,5 mld di euro alle banche. Ma che credibilità possono avere queste persone?
A proposito di buon giornalismo: Pierluigi Battista, Corriere della Sera, su Twitter, ha scritto che Dambruoso, il questore che ha dato uno schiaffo a Loredana Lupo, "ha esercitato una forza legittima". Questa è l'informazione in Italia.

Tornando a noi, un'opposizione a cui non è permesso di esprimersi è un'opposizione svuotata dei propri diritti, ed i loro elettori non possono di conseguenza essere rappresentati adeguatamente. In un tale stato di cose l'opposizione si dovrebbe rivolgere al Presidente della Repubblica e della Camera in quanto figure di garanzia, peccato che siano essi stessi i primi complici di tale sistema.
Dunque, tornando alla domanda iniziale, cosa rimane della democrazia in questo Paese?


mercoledì 29 gennaio 2014

Vergogna senza fine: 7,5 miliardi alle banche private e opposizioni imbavagliate

Se questa non è dittatura poco ci manca.

Oggi alla Camera si è discusso il decreto IMU-Bankitalia che consiste, riassumendo in modo un po' semplicistico, nell'abolizione parziale dell'IMU e, soprattutto, nel regalo di 7,5 miliardi alle banche private tramite la rivalutazione delle quote di Banca d'Italia.

Non ho sbagliato a scrivere: qui si parla di MILIARDI. 
Doverosa premessa: le quote finanziarie di partecipazione del capitale sociale di Banca d'Italia, al contrario di quel che si può pensare, è al 94,33% di proprietà di banche e assicurazioni private (Intesa e Unicredit in testa). 

Tornando al punto ed entrando un po' di più nello specifico ecco in cosa consiste questa porcata:

"la generosa rivalutazione del capitale che hanno in mano: con un colpo di penna, infatti, si passa da una valutazione complessiva di 156mila euro a quella nuova di 7,5 miliardi di euro. Ma non finisce qui. Il governo ha stabilito che nessun azionista potrà possedere più del 3% della Banca Centrale. E così Intesa e Unicredit, che insieme hanno in mano più del 64% del capitale, oltre a rivalutare contabilmente le loro quote, che erano iscritte in bilancio a un valore inferiore di quattro-cinque volte, dovranno metterle sul mercato. E se nessuno si farà avanti per comprarle, non c’è problema. Il governo Letta ha infatti dato facoltà alla stessa Banca d’Italia di ricomprarle e tenerle temporaneamente in mano fino all’arrivo di nuovi e adeguati compratori. Dunque rivalutazione contabile più moneta sonante in arrivo per i due istituti, che si presenteranno così agli esami della Bce dotati di un comodo cuscinetto. Sconto, poi, sulle uscite che dovranno sostenere: le tasse sulla pluvalenza a carico degli azionisti sono state fissate al 12%, contro il tradizionale 20% e il 16% inizialmente previsto, che significa un gettito inferiore di circa 370 milioni."
(QUI l'articolo completo)

Il discorso è dunque chiarissimo: rivalutazione del capitale, azioni sul mercato e sconto sulle tasse da pagare per le plusvalenze. Tutto a vantaggio degli azionisti di Bankitalia. 

Il Movimento 5 Stelle in questi giorni si è giustamente battuto contro questa vergogna. Quest'oggi, in particolare, aveva iscritto a parlare 160 parlamentari cercando di fare ostruzionismo: se si fosse arrivati a mezzanotte il decreto non sarebbe più passato per scadenza dei termini.

Cosa ha ben pensato di fare invece la Presidente della Camera Boldrini? Di applicare la cosiddetta "ghigliottina", cioè togliere alle opposizioni la possibilità di parlare e di discutere emendamenti. Questa è la prima volta nella storia della Repubblica che viene applicato un simile provvedimento e che, fra l'altro, non esiste nemmeno nei regolamenti parlamentari. La sua natura, giustifica ampiamente il fatto che non fosse mai stato preso in considerazione; solo tre volte, in passato, ne è stato minacciato l'uso: da Violante, Casini e Fini. Notoriamente altri tre grandi statisti.

Il decreto è dunque vergognoso sia nel merito che nel metodo con cui è stato approvato: sono state violate, ancora una volta, le prerogative del Parlamento che dovrebbe essere luogo di discussione e confronto e non semplice organo consultivo del governo. Per di più, come al solito, la Costituzione viene calpestata in quanto, all'art. 77, si impone l'uso del decreto solo in casi straordinari di necessità e urgenza. 
L'unica urgenza che il governo aveva era quella di regalare MILIARDI alle banche.

La Boldrini ha comunque imposto il voto e il decreto è stato approvato. 
Per protesta il Movimento 5 Stelle ha occupato i banchi del governo (tra l'altro vuoti, come sempre). Nel parapiglia generale, il questore-deputato di Scelta Civica Stefano Dambruoso, ha pensato bene di tirare uno schiaffo alla deputata M5S Loredana Lupo. Per questo animale (perché un uomo che alza le mani su una donna non è un uomo) sarà presto pronta una denuncia sperando che, nel frattempo, la presidenza della Camera prenda provvedimenti (ma esiste ancora una presidenza credibile?).

E l'informazione di tutto questo cosa ha riportato ai cittadini? Dalla mia recentissima esperienza con TGCOM si evince che il M5S vuole far pagare agli italiani l'IMU. La notizia è finita lì, tutto il resto sono parole messe insieme per far apparire il Movimento come un gruppo di folli che fa tanto casino per nulla. Questa è l'informazione in Italia, un Paese che, lo ricordo, Freedom House definisce "parzialmente libero" per la libertà di stampa e, nella classifica mondiale, colloca al 68° posto dopo, per dirne uno, il Ghana (QUI il report completo). Tra l'altro, per la cronaca, il M5S aveva presentato un provvedimento ben più ampio in cui si aboliva definitivamente l'IMU semplicemente alzando le tasse sul gioco d'azzardo. Ovviamente i partiti, compatti, lo hanno respinto e il governo, al gioco d'azzardo, sulle tasse, gli ha fatto pure lo sconto. 
Tuttavia cosa volete che gliene importi alla stampa di un Paese "parzialmente libero" della realtà dei fatti: lo scopo non è informare ma FORMARE idee e chi non ha il tempo, la voglia o l'acume per andare a vedere ciò che accade veramente in Parlamento è, e resterà sempre, schiavo di ciò che gli raccontano.

Qui sotto pubblico il video del senatore Carlo Martelli. Nel caso mi fossi spiegato male, lui è molto più bravo di me nell'illustrare ciò che il governo vuole e sta riuscendo a fare.


Ed infine lo schiaffo dell'animale alla deputata:


martedì 21 gennaio 2014

L'ipocrisia di Renzi e la continuità dell'inciucio

La mia modesta, quanto negativa, opinione sul nuovo segretario del PD non mi ha negato la possibilità di dire che ero sempre pronto a ricredermi (l'ho scritto QUI). E' successo? NO!

Renzi è un fenomeno mediatico notevole: quasi tutta la stampa del Paese si inchina alle sue parole e, in pochi, analizzano invece i fatti che, come si sa, contano molto di più.

Se ci si fermasse alle parole infatti, Matteo Renzi sarebbe degno di lodi, prendiamo ad esempio quelle spese su Twitter:



Ineccepibile. Peccato che il primo vero atto politico rilevante da segretario del principale partito di governo sia stato quello di andare da Berlusconi a discutere la legge elettorale. Un Berlusconi, fra l'altro, che non è nemmeno più parlamentare per una motivazione ben precisa: è stato condannato in via definitiva per frode fiscale. Secondo Matteo Renzi dunque, Berlusconi è un interlocutore credibile e, al posto di mandarlo in pensione come diceva e scriveva, lo resuscita per l'ennesima volta regalandogli legittimità.

Come dovrebbero sentirsi i suoi elettori? Alle primarie hanno speso due euro per farsi scrivere la legge elettorale a Berlusconi? Di certo non era esattamente ciò che avevano in mente quando si parlava di rinnovamento e rottamazione. Matteo Renzi si è rivelato, a tempo di record, un grandissimo ipocrita.

D'altronde la coerenza di Renzi si manifesta anche in altri ambiti, come nella vicenda della Cancellieri ad esempio: a novembre per Renzi si doveva dimettere, peccato che poi, in aula, i "renziani", hanno votato contro la proposta del M5S (tanto per cambiare) di calendarizzare la mozione di sfiducia alla Cancellieri stessa.

Dunque qual è il vero indirizzo politico del PD? Quello espresso a parole dal nuovo segretario o quello dimostrato in aula con i fatti? La politica si fa in Parlamento e le parole, se non sono seguite dai fatti, sono solo uno show per creduloni. Renzi rappresenta la continuità di quel magnifico fenomeno chiamato "inciucio" fra il centrosinistra e il centrodestra italiano. Sono vent'anni che lavorano insieme (così come ben spiegato da Marco Travaglio nel video qui sotto) e tenteranno di farlo per altri venti.






giovedì 16 gennaio 2014

Scandali e incoerenze

Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale, è libero come se non fosse successo nulla. Ma il carcere? I servizi sociali?

Questo criminale viene intervistato dai soliti giornalai come tutti gli altri leader politici facendo più o meno finta di nulla e, per di più, viene legittimato dal leader del (presunto) partito nemico.

Renzi infatti ritiene che Silvio Berlusconi sia un interlocutore credibile per discutere la nuova legge elettorale. D'altronde fra condannati ci si capisce: in primo grado, è giusto ricordarlo, Renzi è stato condannato per danno erariale. Diciamo che a soli quarant'anni è sulla buona strada!

Nel frattempo i ministri di questo governo di pagliacci sembrano cadere sotto i colpi degli scandali uno dietro l'altro: prima la Idem che, perlomeno, ha avuto la decenza di dimettersi, poi Alfano, la Cancellieri e adesso la De Girolamo. Tutti ancora al loro posto come se fosse tutto normale.

La coerenza del PD continua tuttavia a spiazzare: solo poco tempo fa Renzi invocava le dimissioni della Cancellieri e, alla proposta di calendarizzazione del voto di sfiducia alla stessa del M5S, il PD, compatto, vota no. Renziani compresi dunque. Per carità alcuni renziani hanno ben altro a cui pensare: Faraone ad esempio è indagato per uso illecito di denaro pubblico.

Faraone è comunque in buona compagna: 97 indagati nella sola regione Sicilia a cui si affiancano i ben noti scandali della regione Piemonte. Cota, a proposito, non ci pensa nemmeno a dimettersi, nonostante la sentenza del TAR che, dopo tre anni e mezzo, ha annullato le elezioni della regione. La causa sono le firme false della lista dei pensionati, una lista piena di firme false anche per la Bresso che in questi giorni sembra tanto gongolare. Cota insomma intende fare ricorso al Consiglio di Stato con buona pace della dignità politica e del buon senso.

In mezzo a tutto questo marasma mi piacerebbe sapere come fa la gente a voler votare ancora PD e Forza Italia: credevo che il sadomasochismo fosse un genere di nicchia.


martedì 7 gennaio 2014

L'Unione Europea ha fallito

Dopo il VDay è arrivato il momento di riflettere su ciò che è stato detto, in particolar modo sull'Europa. Grillo chiede un referendum sulla permanenza o meno nell'Unione Europea, o meglio, sulla permanenza dell'euro. Tale referendum trova l'ostacolo dell'articolo 75 della Costituzione che vieta proprio i referendum volti ad autorizzare la ratifica di trattati internazionale; in questo caso tuttavia, se il referendum fosse sull'uscita dall'Unione, i trattati sarebbero da abrogare, dunque potrebbe essere fattibile a livello giuridico.

Il condizionale è comunque d'obbligo in quanto, Grillo stesso, ritiene fondamentale studiare adeguatamente il caso prima di fare qualunque mossa: bisogna capire se è fattibile perseguire la strada di un Euro2 più debole insieme ai Paesi in crisi del Mediterraneo, se la Germania ci permetterà finalmente l'adozione di eurobond e soprattutto bisognerebbe capire gli effetti di un eventuale ritorno alla lira.

Studiare un "piano B" è comunque fondamentale perchè le opinioni in merito possono essere numerose ma il fatto incontestabile è che l'Unione Europea ha fallito e le prove sono davanti ai nostri occhi, aldilà del mar Adriatico, dove ad un Paese dell'Unione stessa è stato permesso di diventare un Paese del Terzo Mondo; o meglio, gli è stato imposto di diventarlo. Questo perchè la risposta alla crisi degli economisti "classici", coloro che disegnano la linea di BCE e FMI, è stata sempre quella di contenere la spesa pubblica, aprire i mercati locali agli investimenti stranieri e una generale politica monetaria deflazionista. I risultati? In Grecia i cittadini acquistano cibo scaduto perchè venduto a prezzo inferiore e lo Stato ha difficoltà ad acquistare medicinali, il tutto condito da disoccupazione dilagante (in confronto l'Italia è un Paese pieno di opportunità), suicidi e anche neonazisti in Parlamento.

La Grecia è il caso limite, dove lo stato ha perso qualsiasi briciola di sovranità ma, è bene sapere, che la stessa "cura" in formato ridotto è attribuita all'Italia e agli altri Paesi in difficoltà. La direzione è quella, in questo caso non ci sono opinioni ma duri dati di fatto.

L'Unione Europea è di fatto una sola unione economica, con una integrazione politica minima, quasi inesistente, ed è stata formata sulla convinzione che ogni Paese dell'Unione reagisse agli stimoli economici esterni alla stessa maniera. Oggi è chiaro che quella premessa era totalmente errata: l'Europa va a due velocità: bene al nord, malissimo al sud. Tale premessa è stata formulata da quegli stessi economisti che oggi impongono ai Paesi in crisi manovre da "lacrime e sangue" senza curarsi minimamente del benessere dei cittadini.

Grillo può essere benissimo considerato il primo cretino che passa ma ciò che chiede non se lè sognato di notte in preda alla follia come vogliono farci credere i media e, ovviamente, i partiti tradizionali: l'errato approccio della governance europea alla crisi è stato affrontato da illustri economisti, raramente ascoltati, quali Joseph Stiglitz e Jean-Paul Fitoussi.

Il comico non ha di certo torto quando dice "certi economisti non ne azzeccano una da vent'anni". Le fondamenta stessa su cui poggia l'Unione Europea sono frutto di una premessa sbagliata: le economie europee sono tutt'altro che simili ed oggi, i cittadini, e non politici, economisti e banchieri, ne fanno le spese.


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