Ma veniamo ai contenuti che vedono poche luci e parecchie ombre.
Il lato più positivo della manovra è sicuramente l'esautoramento delle province: non potendo eliminarle (servirebbe una lunga legge costituzionale) si è deciso di eliminare le giunte e di abbassare il numero di consiglieri provinciali a dieci unità elette dai consigli comunali, rendendo al contempo il loro incarico gratuito, puramente onorifico.
Altro elemento positivo è l'ulteriore tassazione dell'1,5% sui capitali rientrati con lo scudo fiscale voluto da Tremonti visto che ogni tanto fa piacere vedere pagare anche i ladri. Certamente si poteva fare di più, tuttavia è già una grande cosa che almeno questo governo ci abbia pensato.
Ultima luce di questa manovra è la decisione, certamente simbolica, di Monti, di rinunciare allo stipendio di Presidente del Consiglio e di Ministro dell'Economia. Tanto per citare un politico a caso, Berlusconi non ha nemmeno mai pensato di farlo nonostante sia ben più ricco dell'attuale premier.
Ed ora le numerosissime ombre.
L'attesa sberla all'evasione fiscale si rivela una carezza: vietato il pagamento in contanti sopra i 1000 euro. Gli evasori se la stanno già facendo sotto... ma resto in attesa per conoscere ulteriori dettagli, non si sa mai che i provvedimenti in tal senso nascondano qualche sorpresa.
Capitolo pensioni, il più duro, che colpisce tutti gli under 55 ma che beffa in modo vergognoso chi ha iniziato a lavorare molto presto ed ha circa 50 anni. Infatti dai 41 anni e un mese attuali necessari per andare in pensione prima dell'età minima, saranno necessari 42 anni e un mese di contributi. Un anno intero di lavoro in più che può sembrare poco solo per chi non sa cosa significa lavorare. Ma non è finita qui, l'età minima per percepire la pensione di vecchiaia passa immediatamente dai 60 a 63 anni, chi ci andrà prima, anche se avrà pagato i famosi 42 anni di contributi, dovrà rinunciare al 3% per ogni anno mancante alla soglia minima. Una soglia minima che gradualmente, nel 2022, arriverà a 67 anni.
La mazzata finisce qui? NO! L'indicizzazione delle pensioni, cioè il loro adeguamento all'inflazione e quindi al costo della vita è abolito per le pensioni superiori ai 960 euro, come se chi ne prendesse 1000 fosse salvo dalle conseguenze di un simile provvedimento.
Inoltre torna L'ICI e l'IVA che aumenta di un altro 2% (cosa non da poco).
Dopo aver esposto tutto questo la minaccia di Monti: "Siamo ben determinati ad andare oltre, soprattutto sul terreno del lavoro e del welfare". Si insomma, non è finita...
Vi lascio con le lacrime del Ministro al Lavoro e alla Previdenza Sociale che si commuove in diretta mentre parla delle pensioni. Invito la signora Fornero a leggere QUI una lista di provvedimenti che si sarebbero potuti adottare per evitare di toccare il sistema pensionistico e di versare di conseguenza lacrime da coccodrillo.
Siamo governati da ipocriti, piangono mentre ti accoltellano alla schiena.
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