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martedì 30 agosto 2011

Quell'intervista di Travaglio che fece storia

Era il 14 marzo 2001 e Marco Travaglio venne invitato da Luttazzi nella sua Satyricon per parlare del suo nuovo libro "l'odore dei soldi". Il libro trattava di come il cavaliere fosse riuscito ad accumulare le sue fortune.
Visto e considerato che il movimento di capitali di Fininvest fu tutto meno che trasparente è chiaro che l'argomento destasse un certo interessante, anche perchè il protagonista non era certo un pinco pallino qualunque.
Il bello è che l'intera inchiesta fu basata su atti pubblici, alla portata di chiunque, ma gli unici che pensarono di portarli alla luce furono per l'appunto Travaglio e il co-autore Elio Veltri.

Ma perchè ve la ripropongo dopo più di un decennio? Semplicemente perchè certi passaggi dell'intervista sembrano attualità dell'altro ieri, segno che le domande poste sono ancora senza risposta e che la trasparenza chiesta a gran voce è ancora un lontano miraggio.


Ma quali furono le conseguenze di questa intervista? Innumerevoli, cito testualmente da Wikipedia:

L'intervista suscitò un'immediata reazione da parte della forza politica di Silvio Berlusconi - la Casa delle Libertà - che invocò le immediate dimissioni del consiglio di amministrazione della RAI e annunciò che avrebbe disertato i programmi
La citata intervista a Paolo Borsellino divenne oggetto di attenzione dei media, su Rai Due Michele Santoro dedicò ad essa una puntata del suo programma Il raggio verde, e sulle reti Mediaset venne affrontata nella trasmissione Terra!. Nella puntata de Il raggio verde i politici della CdL non si presentarono per protesta, e Berlusconi intervenne telefonicamente per denunciare «trasmissioni trabocchetto costruite apposta per fare processi».
Berlusconi accomunò l'episodio ad altri avvenuti in RAI, tra cui le critiche di Indro Montanelli, parlando di un piano per screditarlo. Bruno Vespa, per aver sostenuto la stessa tesi nel libro "Rai, la grande guerra" pubblicato qualche mese dopo, subì una querela per diffamazione dal presidente RAI Roberto Zaccaria, e fu condannato (attualmente in primo grado) al risarcimento di 81.000 euro.
La puntata successiva di Satyricon venne mandata in onda solo dopo la garanzia data da Carlo Freccero al direttore generale Claudio Cappon che la trasmissione non avrebbe contenuto temi di natura politica.
Il 17 marzo 2001, i consiglieri del CdA della RAI vicini alla Casa delle Libertà Giampiero Gamaleri e Alberto Contri si dimisero.
Mediaset ha citato in giudizio la RAI, Luttazzi e Travaglio per diffamazione chiedendo un risarcimento miliardario.[12] Travaglio ed Elio Veltri sono stati citati in giudizio anche per il contenuto del libro L'odore dei soldi, accusato di essere diffamatorio. In entrambi i casi la magistratura ha stabilito che non c'è stata diffamazione e ha condannato Mediaset al risarcimento delle spese processuali.
Le inchieste per mafia a cui si fa riferimento nell'intervista (quelle della Procura della Repubblica di Caltanissetta nel 1999) vennero archiviate un mese dopo l'intervista di Travaglio. Tuttavia alcuni degli elementi emersi in tali indagini hanno fornito materiale per la successiva sentenza di condanna di Marcello Dell'Utri in primo grado e in appello a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle sentenze si legge che Dell'Utri aveva agito da intermediario tra gli interessi di Cosa Nostra e Silvio Berlusconi.
Il 18 aprile 2002, a distanza di circa un anno da quella celebre intervista a Satyricon, Silvio Berlusconi, in occasione di una conferenza stampa tenutasi in una visita ufficiale a Sofia nelle sue nuove vesti di presidente del Consiglio, con una esternazione che parte della stampa denominò poi "editto bulgaro", disse pubblicamente:

« L'uso che Biagi, come si chiama quell'altro...? Santoro, ma l'altro... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga. »
In seguito le trasmissioni citate furono sospese. La trasmissione di Luttazzi non fu confermata dalla nuova dirigenza Rai.

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