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mercoledì 19 febbraio 2014

Le consultazioni con Renzi: autogol

Mancano ormai le parole per definire Matteo Renzi: quello che prometteva di rottamare la vecchia politica andrà, a breve, a governare con i rottamati. Fino a poche settimane fa diceva a Enrico Letta di stare sereno che lui, al governo, ci sarebbe andato solo con i voti. Aveva addirittura annunciato che si sarebbe ricandidato a sindaco di Firenze!

Il popolo italiano ormai crede che quanto dichiarato nei talk show sia un'indicazione politica credibile, non si sofferma mai a verificare se le parole vengono seguite dai fatti in Parlamento con il voto (e nemmeno telegiornali e stampa lo verificano al posto suo); allo stesso tempo, tuttavia, non riesce a ricordarsi di quanto Renzi dichiarava fino all'altro ieri prendendo per buone tutte le sue contraddizioni, come se l'ipocrisia fosse una nota di merito.

Sia chiaro, è lecito sostituire in corsa un primo ministro: siamo una repubblica parlamentare, è il presidente della Repubblica a nominare il primo ministro sentite, tramite consultazioni, le forze parlamentari. Niente di illegale dunque, ci mancherebbe. Viene meno "solo" quell'etica politica che vorrebbe vedere cambiare governo insieme al Parlamento perché solo una maggioranza parlamentare diversa potrebbe dar vita ad un governo diverso, non solo nei nomi, ma anche nei fatti.
In questo caso, per di più, le "consultazioni" con il Presidente della Repubblica appaiono più che altro una farsa: il governo si è deciso fuori dalle istituzioni e la maggioranza parlamentare sarà pressoché la medesima del governo precedente: qualcuno aveva dubbi? Come al solito "cambiare tutto per non cambiare niente".

Il Movimento 5 Stelle, in tutto questo, ha deciso di non presentarsi da Napolitano ed è stata una scelta felice: mai prendere parte ai teatrini, altrimenti si rischia di diventare attori al soldo del regista che già aveva deciso di affidare l'incarico di formare il governo a Renzi.

Le consultazioni con quest'ultimo sono, a parer mio, un discorso diverso. Non certo perché servissero a qualcosa: Renzi ha già i numeri per formare il governo avendo, come detto, il sostegno dei medesimi partiti che hanno sostenuto Letta; dunque non ha minimamente bisogno del M5S e non ha certo interesse a concedergli qualcosa. Che poi, anche fosse, com'è possibile fidarsi? Come ben rilevato da Carlo Martelli, anche se Renzi accettasse, ad esempio, di rinunciare al TAV in Val di Susa potrebbe inserire tale provvedimento in un decreto insieme a, altro esempio, tagli pesanti alla scuola pubblica. A quel punto cosa dovrebbe fare il Movimento 5 Stelle? Votare una porcata per portare a casa qualcosa di buono? E' esattamente ciò che è successo col decreto IMU-Bankitalia, i partiti operano così: mescolano in un solo decreto qualcosa di decente solo per coprire le loro porcate. Come è possibile dare la fiducia ad un bugiardo seriale?

Sul blog Grillo ha chiesto alla base se presentarsi o meno da Renzi. Ha vinto il si per una manciata di voti: uno scarto di circa 500 su 40.000 votanti. Io stesso ho votato per il si pur essendo consapevole, come detto, dell'inutilità pratica dell'incontro. Nel mio mondo utopico ci sarebbe dovuto essere da una parte Renzi che proponeva il suo programma e dall'altra un Di Battista o un Di Maio che ribattevano punto su punto, evidenziando le contraddizioni delle sue parole con i voti espressi in Parlamento dal suo partito. Il tutto ovviamente in diretta streaming in modo da sbugiardare Renzi davanti a tutti.

La diretta streaming c'è stata però ha visto in scena Beppe Grillo che, di fatto, non ha lasciato nemmeno parlare Renzi. Nel merito Beppe ha ragione in ogni sillaba che gli ha sputato in faccia ma, il metodo, fa in modo di regalare assist alla stampa che, da domani, tornerà a dipingere il M5S come un ammasso di fascisti che non vogliono il confronto e non lasciano parlare gli avversari politici. Per non parlare dei TG, già mi immagino i servizi. Grazie Beppe per aver buttato all'aria questa occasione: a saperlo avrei votato per non andare all'incontro e, come me, scommetto parecchi altri.

In questo modo si allontanano gli astenuti, gli scettici e gli indecisi che sono quelli che dovrebbero far vincere le elezioni al M5S: gli elettori convinti non hanno bisogno di questi show, sono già felici del lavoro di 160 parlamentari che, per una volta, dimostrano di far l'interesse dei cittadini e non dei soliti noti. Questi teatrini gettano nell'ombra il loro lavoro e Beppe dovrebbe essere abbastanza intelligente da capirlo. Basta autogol.



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