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martedì 7 gennaio 2014

L'Unione Europea ha fallito

Dopo il VDay è arrivato il momento di riflettere su ciò che è stato detto, in particolar modo sull'Europa. Grillo chiede un referendum sulla permanenza o meno nell'Unione Europea, o meglio, sulla permanenza dell'euro. Tale referendum trova l'ostacolo dell'articolo 75 della Costituzione che vieta proprio i referendum volti ad autorizzare la ratifica di trattati internazionale; in questo caso tuttavia, se il referendum fosse sull'uscita dall'Unione, i trattati sarebbero da abrogare, dunque potrebbe essere fattibile a livello giuridico.

Il condizionale è comunque d'obbligo in quanto, Grillo stesso, ritiene fondamentale studiare adeguatamente il caso prima di fare qualunque mossa: bisogna capire se è fattibile perseguire la strada di un Euro2 più debole insieme ai Paesi in crisi del Mediterraneo, se la Germania ci permetterà finalmente l'adozione di eurobond e soprattutto bisognerebbe capire gli effetti di un eventuale ritorno alla lira.

Studiare un "piano B" è comunque fondamentale perchè le opinioni in merito possono essere numerose ma il fatto incontestabile è che l'Unione Europea ha fallito e le prove sono davanti ai nostri occhi, aldilà del mar Adriatico, dove ad un Paese dell'Unione stessa è stato permesso di diventare un Paese del Terzo Mondo; o meglio, gli è stato imposto di diventarlo. Questo perchè la risposta alla crisi degli economisti "classici", coloro che disegnano la linea di BCE e FMI, è stata sempre quella di contenere la spesa pubblica, aprire i mercati locali agli investimenti stranieri e una generale politica monetaria deflazionista. I risultati? In Grecia i cittadini acquistano cibo scaduto perchè venduto a prezzo inferiore e lo Stato ha difficoltà ad acquistare medicinali, il tutto condito da disoccupazione dilagante (in confronto l'Italia è un Paese pieno di opportunità), suicidi e anche neonazisti in Parlamento.

La Grecia è il caso limite, dove lo stato ha perso qualsiasi briciola di sovranità ma, è bene sapere, che la stessa "cura" in formato ridotto è attribuita all'Italia e agli altri Paesi in difficoltà. La direzione è quella, in questo caso non ci sono opinioni ma duri dati di fatto.

L'Unione Europea è di fatto una sola unione economica, con una integrazione politica minima, quasi inesistente, ed è stata formata sulla convinzione che ogni Paese dell'Unione reagisse agli stimoli economici esterni alla stessa maniera. Oggi è chiaro che quella premessa era totalmente errata: l'Europa va a due velocità: bene al nord, malissimo al sud. Tale premessa è stata formulata da quegli stessi economisti che oggi impongono ai Paesi in crisi manovre da "lacrime e sangue" senza curarsi minimamente del benessere dei cittadini.

Grillo può essere benissimo considerato il primo cretino che passa ma ciò che chiede non se lè sognato di notte in preda alla follia come vogliono farci credere i media e, ovviamente, i partiti tradizionali: l'errato approccio della governance europea alla crisi è stato affrontato da illustri economisti, raramente ascoltati, quali Joseph Stiglitz e Jean-Paul Fitoussi.

Il comico non ha di certo torto quando dice "certi economisti non ne azzeccano una da vent'anni". Le fondamenta stessa su cui poggia l'Unione Europea sono frutto di una premessa sbagliata: le economie europee sono tutt'altro che simili ed oggi, i cittadini, e non politici, economisti e banchieri, ne fanno le spese.


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