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venerdì 11 ottobre 2013

Piano Carceri del M5S e Reato di Clandestinità. Il Grillo fuori luogo.

Napolitano ha dimostrato di non essere un Presidente della Repubblica degno di tal ruolo dicendo, del Movimento 5 Stelle, che se ne frega dei problemi del Paese. Il Movimento si è infatti macchiato della grave colpa di aver avuto sospetti, assolutamente legittimi, sulla possibilità di un indulto volto a favorire la situazione del condannato più celebre d'Italia e, probabilmente, del pianeta.

Il Movimento 5 Stelle in questi mesi ha presentato diversi provvedimenti volti a migliorare le condizioni dei detenuti italiani; il Movimento è dunque ben consapevole del problema ma, probabilmente, il tutto è avvenuto a insaputa del presidente della Repubblica. Per rinfrescargli la memoria è stato consegnato al Quirinale un piano carceri che non comprenda amnistie o indulti (clicca QUI per vedere la conferenza stampa in cui lo si illustra) i quali sono provvedimenti inutili così come ben dimostrato dall'indulto di pochi anni fa. Dopo un anno saremmo infatti punto e a capo.

Strettamente correlato all'emergenza carceri è il problema del reato di clandestinità che, grazie al M5S, potrebbe essere abrogato. Il reato di clandestinità esiste anche in altri Paesi europei, peccato che da noi comporti una serie di norme assurde... fra queste l'obbligatorietà dell'azione penale che ha sovraccaricato un sistema giudiziario già messo a dura prova.

L'emendamento del M5S, approvato in commissione giustizia, potrebbe porre la parola fine su una legge assurda e rappresenta una vittoria per il Movimento stesso celebrata la sera stessa sul blog di Beppe Grillo con un post firmato da "M5S Senato". A rovinare l'atmosfera ci pensa proprio Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio pubblicando un post in cui si attacca duramente questa iniziativa dichiarandosi in disaccordo nel merito e nel metodo (in quanto non sarebbe stata approvata dall'assemblea) e dicendo che, se tale punto fosse stato inserito nel programma, il Movimento avrebbe preso percentuali da "prefisso telefonico".

Inutile sottolineare come questo post sia ridicolo alla luce del risultato ottenuto. Il disaccordo sul metodo ci può anche stare ma era veramente necessario pubblicarlo sul blog? Grillo si lamenta, quasi sempre a ragione, del trattamento ingeneroso dei media verso il Movimento; ebbene questi media non aspettano altro che un post del genere per attaccarlo, era necessario fornigli assist? Spesso sarebbe utile alzare il telefono ed essere più presenti, così come indicato da Alessandro di Battista.

Ciò che veramente è inconcepibile è il disaccordo sul merito giustificandolo con la frase "se fosse stato nel programma avremmo preso percentuali da prefisso telefonico". L'abolizione di tale reato, o almeno la radicale riformulazione, è talmente giusta che pone un interrogativo ben più profondo sugli obiettivi a lungo termine del Movimento 5 Stelle: è veramente giusto aspirare alla piena democrazia diretta? Partecipazione maggiore è ovviamente auspicabile e obbligatoria per una democrazia che voglia definirsi sana ma una democrazia diretta imporrebbe che il popolo prenda decisioni che difficilmente potrebbero essere corrette in certi contesti.

Il reato di clandestinità è fra questi perchè la sua abolizione viene interpretata, da molti, come un invito agli emigranti di tutto il globo a venire da noi quando, i più informati, sanno benissimo che non è così. Per fare un altro esempio: quanto sarebbe facile per il popolo legalizzare la pena di morte in seguito ad un reato particolarmente grave e cruento? La persona lucida sa benissimo che non è eticamente corretto legalizzarla, il popolo non è in grado. E' proprio il concetto della democrazia rappresentativa: scelgo un delegato, di comprovata onestà e competenza, che possa rappresentarmi e prendere decisioni che, da solo, non sarei in grado di prendere. Il problema dell'Italia è che questi delegati si chiamano Gasparri e via dicendo.

E' un discorso veramente interessante ma, per ora, vi saluto con un Travaglio particolarmente efficace nel spiegare il problema carceri.


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