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lunedì 18 giugno 2012

Una politica energetica inesistente

Nel 2012 l'Italia dovrà pagare la bellezza di 66 miliardi di euro per le spese energetiche. Inutile dire che una grossa fetta di questi miliardi sarà usata per il petrolio.

I tecnici hanno confermato la sostanziale nullità della politica energetica italiana: è uno dei più grossi problemi del nostro paese e, deliri sul nucleare di Berlusconi a parte, nessuno è mai riuscito a tirare fuori qualche idea sensata.

L'Italia ha un potenziale enorme per quanto riguarda l'energia geotermica (fonte: analystgroup), la nostra ricchezza, sotto questo profilo, è seconda solo all'Islanda. Le ricerche, ferme dagli anni '90, sembrano smuoversi dopo l'approvazione del protocollo di Kyoto; tuttavia gli investimenti risultano essere ancora troppo esigui.

E per quanto riguarda il fotovoltaico? La posizione geografica dell'Italia, inutile dirlo, è assolutamente ideale per lo sfruttamento di questo tipo di energia, ben più della Germania ovviamente che, comunque, ci sta investendo parecchio. Sul piano politico tuttavia, la situazione è tutt'altro che ideale visto che ci sono addirittura aziende specializzate sull'orlo del fallimento in un settore che dovrebbe essere florido e in crescita.

Aldilà del geotermico una produzione "fai da te" dell'energia è la strada da percorrere in futuro. Una strada su cui investire e su cui porre forti incentivi. Perfino la Norvegia, grosso esportatore di petrolio, dal 2015 non venderà più auto a benzina.

D'altronde c'è chi ha lungimiranza... e poi c'è l'Italia.


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