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sabato 12 novembre 2011

L'ultimo giorno del Caimano, cosa ha cambiato in vent'anni?

Per citare Marco Travaglio, Berlusconi ha rispettato l'unica promessa della sua vita: nella serata di ieri dopo il voto al maxi-emendamento è salito al Colle per rassegnare le dimissioni.

Com'è cambiata l'Italia in vent'anni di berlusconismo? Berlusconi nel '93 promise grandi riforme liberali con il motto sempre verde del "meno tasse per tutti". Ad oggi, dopo tutti questi anni, di riforme liberali non se ne sono viste, tant'è che tutti gli ordini professionali, emblema dell'anti-liberalismo, sono ancora in piedi e potenti come non mai. Le tasse, è sotto gli occhi di tutti, sono aumentate.

Berlusconi si definì il più grande statista che la nostra Repubblica abbia mai visto, i fatti dicono il contrario.
Le sue promesse si sono dimostrate parole al vento e l'unica novità che ha apportato al nostro paese è stata l'assuefazione alle continue violazioni di etica e morale. Abbiamo accettato un Presidente del Consiglio proprietario di televisioni e giornali, un Presidente del Consiglio che fa le corna agli altri premier nelle foto istituzionali, e un Presidente del Consiglio che va a letto con minorenni e prostitute. Senza contare ovviamente i processi decaduti per prescrizione o archiviazione, ben pochi conclusi con assoluzioni.

L'assuefazione è probabilmente il danno più grande che Berlusconi ha fatto a questo paese: lo straordinario è diventato ordinario, l'eccezionale la normalità e il male è diventato bene.
Poi c'è il capitolo economia: basti pensare che nel 2006 (governo Prodi) lo spread era a quota 26. Ora non è mia intenzione esaltare una sinistra vergognosa, ma sottolineare come non sia vero che il governo Berlusconi abbia evitato una catastrofe a cui la sinistra ci avrebbe condannato. Una crisi globale di mezzo non è poca cosa sia chiaro, ma peggio di così davvero non si poteva fare.

Il record storico, e relativa umiliazione internazionale, dello spread a 574 si doveva evitare con delle doverose dimissioni almeno tre mesi fa. Il nostro Silvio ha dimostrato di non avere una dignità politica degna di questo nome e ha pensato bene di ancorarsi alla poltrona per salvaguardare i propri interessi economici e giudiziari.

Un'epoca è finita, un nemico è stato probabilmente sconfitto (per mezzo della Unione Europea targata Merkel-Sarkozy e della crisi economica, non certo per mezzo del PD, caro Bersani).

Ne rimangono tuttavia ancora troppi per poter festeggiare.


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