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venerdì 30 marzo 2012

Minaccia ai diritti dei lavoratori, il problema dell'articolo 18

La riforma del mercato del lavoro proposta dal governo fa discutere soprattutto per le modifiche all'articolo 18.
Se la riforma andrà in porto i licenziamenti per motivi economici non potranno essere soggetti a ricorso davanti ad un giudice terzo.

In linea di principio ci può anche stare, ma in pratica, chi decide i parametri per i quali una situazione economica impone dei licenziamenti? Chi potrà distinguere un licenziamento per motivi economici da un licenziamento discriminatorio?

Ci hanno raccontato che licenziare in Italia è troppo difficile e che per questo le aziende straniere non investono in Italia. Ebbene, qualcuno mi dovrebbe spiegare da dove arriva quel tasso di disoccupazione sopra la media europea e dovrebbe allo stesso modo spiegare perchè l'articolo 18 dovrebbe essere un ostacolo maggiore agli investimenti rispetto alla nostra impossibile burocrazia, alla corruzione dilagante, alle tasse esorbitanti ed alla criminalità organizzata.

L'assioma stesso per il quale in Italia è difficile licenziare rasenta l'assurdo se si va a guardare la classifica OCSE che elenca, tramite un indice dedicato, il tasso di licenziabilità di ogni Paese. Più il valore è basso, più è semplice licenziare: l'Italia ha un valore di 1,77 mentre la Germania un valore di 3.
In parole povere in Germania è il doppio più difficile licenziare che in Italia in quanto ogni licenziamento può essere oggetto di ricorso. In più gli stipendi sono il doppio di quelli italiani.

Se ci si ispira ad un modello, andrebbe preso in toto.Ma, come al solito, per noi altri, oltre al danno, la beffa.


sabato 24 marzo 2012

La fine della politica

In Italia i protagonisti della vita politica non sono più i partiti ma un governo tecnocratico ed illegittimo frutto del commissariamento del nostro paese da parte dell'Europa.  Non mi si fraintenda: i partiti rimangono a parer mio un cancro per il nostro paese; c'è tuttavia un valore importante che si chiama democrazia, essa va riformata, non abbattuta.

I politici, e qui ha ragione da vendere Beppe Grillo, sono morti che camminano tenuti in piedi da giornalisti che si travestono da medium e li invitano nelle televisioni e ne parlano sui loro giornali. Giovedì a Servizio Pubblico si parlava di Mani Pulite ed è stato invitato Mastella... mi spiego?

Il dibattito vero, concreto, è tra questo governo tecnocratico e le parti sociali che, neanche a dirlo, contano meno di zero; lo dimostra l'attuale dibattito sul mercato del lavoro. Alla fin fine il governo farà ciò che vuole con l'appoggio di un Parlamento completamente svuotato dalle sue funzioni.

La politica si è trasferita nei tribunali dove i consiglieri regionali lombardi fanno la coda per entrare. Siamo veramente al capolinea della politica così come noi la conosciamo?


venerdì 16 marzo 2012

Cicchitto non va a Servizio Pubblico a parlare di mafia

Il sig. Cicchitto ieri, ha deciso di non partecipare alla trasmissione di Servizio Pubblico nella quale si è parlato di mafia a causa di un'intervista a Massimo Ciancimino ritenuto, a ragione o torto, un falso pentito.
La sua assenza ha comunque contribuito a rendere la trasmissione estremamente interessante (la trovate QUI) in quanto sarebbe stato disgustoso, in un simile contesto, vedere a fianco di Borsellino un uomo compagno di partito di Dell'Utri e Schifani.

Ma la politica non smette mai di stupire, perchè dall'altro schieramento, è stato ospitato Veltroni, che si è dimostrato estremamente preparato sull'argomento della serata a dimostrazione che, i politici, a parole sono (quasi) tutti bravi, ma allo stesso tempo lasciano pensare che loro, al governo, non ci siano mai stati.

A proposito di cose disgustose, ecco la foto di Bersani, Casini e Alfano belli sorridenti durante l'incontro con Monti: prepariamoci a vederli insieme alle prossime elezioni per il più grande inciucio di tutti i tempi.


Detto questo vi propongo l'intervento di Travaglio, il quale chiarisce alcuni punti sul processo di Dell'Utri.


giovedì 8 marzo 2012

La morale di Lega e PDL, sempre più ridicoli

Quest'oggi al consiglio regionale del Piemonte Lega e PDL chiederanno la sospensione del consigliere del M5S Davide Bono a causa del suo sostegno al movimento NO-TAV notoriamente, secondo i partiti, violento senza nessuna ragione logica di esistere.

Fa piacere che i due partiti trovino un punto di incontro nell'etica e nella morale, anche se ovviamente distorta. Quel che lascia perplessi è la mancanza di iniziative verso, rispettivamente, il presidente del consiglio lombardo Boni, accusato di corruzione, e ad esempio (ma nel PDL ce ne sono tanti), verso il presidente del Senato Schifani, indagato per mafia.

Si è innocenti fino a prova contraria giusto? Certo! Poi si volge lo sguardo all'estero e si scopre che un politico tedesco si è dimesso dal suo incarico istituzionale perchè accusato di aver fatto scalare i punti della patente alla moglie invece che a lui stesso per un'infrazione di un decennio fa.

Davide Bono invece è messo sul patibolo perchè sostiene una causa sacrosanta, strana l'Italia.


martedì 6 marzo 2012

Il film grottesco della politica italiana e la prima epurazione del M5S

La politica italiana potrebbe passare tranquillamente per un film grottesco: si veda Umberto Bossi che praticamente minaccia di morte Monti ("rischia la vita, il nord lo farà fuori") o si veda il Partito Democratico che perde, per l'ennesima volta, le sue stesse primarie. Il partito di Bersani ormai ha una credibilità prossima allo zero: nei sondaggi è diventato il primo partito solo perchè, gli altri, sono riusciti a fare molto peggio.

Nel frattempo il Movimento 5 Stelle vede il suo primo espulso: Valentino Tavolazzi, consigliere comunale di Ferrara, colpevole di aver organizzato un convegno (per altro abbastanza snobbato dai militanti) molto simile al congresso di un partito in cui si sarebbe discusso dell'organizzazione del Movimento e quindi di un eventuale leader. Sono temi questi che vanno contro l'essenza stessa del Movimento 5 Stelle il cui "non statuto" sancisce l'assenza di una sede e di leader.

Grillo, fondatore del Movimento, si è autonominato controllore dello stesso, ed in virtù di tale qualifica è stato costretto a cacciare il consigliere comunale. Tuttavia c'è un MA: se un leader non ci deve essere l'atto di Grillo come dovrebbe essere interpretato? Il comico potrebbe aver ragione ad aver epurato Tavolazzi, ma se egli ha il potere di decidere chi sta dentro e chi sta fuori beh, ad un leader ci assomiglia eccome, sbaglio?

Si noti bene comunque, che una protezione contro le persone che vogliono trasformare il Movimento in partito è assolutamente necessaria. C'è sempre il pericolo di "farsi prendere la mano". Tuttavia è questo il metodo più corretto? Se si, non si dica più che all'interno del Movimento "uno vale uno" perchè Grillo, evidentemente, vale di più. Giusto o sbagliato che sia.


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