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mercoledì 28 novembre 2012

Sistema sanitario nazionale a rischio

Il sistema sanitario nazionale è a rischio a meno che non si trovino nuove forme di finanziamento. Queste le parole di Monti dopo essere riuscito a mangiare in tasse la tredicesima di ogni lavoratore italiano.

Non che non si fosse capito il fine ultimo di questo governo: smantellare lo stato sociale. Tuttavia sentirlo dire chiaramente fa un certo effetto.

Il premier ha aggiunto in perfetto politichese che comunque il governo è "un prezioso alleato della sanità" e che l'innovazione medico-scientifica può essere decisiva. Mi piacerebbe capire come può l'innovazione e la ricerca ricoprire un ruolo di primo piano nella salvezza della sanità pubblica se è già stata tagliata per prima insieme ai fondi per l'istruzione e la scuola pubblica e, in questo contesto, mi piacerebbe anche capire come si possa affermare di essere un "prezioso alleato" della sanità stessa.

Ma non c'è da preoccuparsi, dalle primarie del PD uscirà il nuovo premier che sistemerà tutto: Bersani ripristinerà la pensione a 60 anni, Renzi farà pagare la crisi agli istituti finanziari, banche e assicurazioni investendo nella ricerca e nell'energia rinnovabile.... o no? Più probabile che Bersani renderà le bocce sport nazionale e Renzi ci costruirà sotto casa un inceneritore a testa.

venerdì 9 novembre 2012

La giusta misura

A parer mio uno dei difetti principali della nostra informazione sta nel peso che da ad un fatto rispetto ad un altro.

Prendiamo Di Pietro: Report come al solito non fa sconti a nessuno e ha parlato delle proprietà del leader IDV.
Non c'è niente di penalmente rilevante, Di Pietro è probabilmente una delle poche persone oneste che siedono in parlamento. Quel che gli si può contestare è al limite una questione di opportunità e trasparenza, oltre ovviamente all'indiscutibile fatto che si sia mischiato e aver partecipato al disgustoso spettacolo politico degli ultimi dieci anni.
Tuttavia la trasmissione parla di 56 particelle catastali che non corrispondono assolutamente a 56 appartamenti, sono infatti compresi terreni, cantine e box; gli appartamenti sono, in verità, undici.
Non c'è alcun nesso tra la ricchezza di Di Pietro e i finanziamenti pubblici presi dall'Italia dei Valori, l'ha già provato in passato la magistratura.
Dunque per cosa ci si indigna e di cosa si sta parlando? E' normale dare tutto questo peso alla vicenda? E' normale che invece nessuno parli di ALTRE puntate di Report, una su tutte quella su Comunione e Liberazione?

Poi c'è la furiosa polemica che ha investito Beppe Grillo per il divieto agli eletti e candidati di andare nei talk show televisvi. Ho già espresso il mio parere negativo poco tempo addietro ma forse, anche qui, si è persa la misura dell'accaduto. Cos'è una regola interna ad un movimento politico rispetto agli scandali veri che ha investito praticamente ogni partito italiano? Se non piace la regola, non ti iscrivi al movimento, è semplice. L'ha spiegato benissimo ieri Travaglio a Servizio Pubblico.
Ecco a voi il video.



sabato 3 novembre 2012

Antiabortisti che non hanno motivo di esistere

Sono particolarmente interessato ai temi etici e morali, ne parlo poco ma spesso il moralismo di stampo cattolico mi fa imbestialire. E' il caso del movimento antiabortista.
Fortunatamente almeno in Italia non sembra godere di particolare seguito: proprio ieri la maratona di 24 ore contro la legge 194 (quella che permette, a certe condizioni, di abortire) si è ridotta ad un presidio di una decina di persone davanti all'ospedale Mangiagalli di Milano.

Essi ritengono, a ragione o torto, che dal momento del concepimento nella pancia della mamma c'è una vita e che l'aborto sia da considerare un omicidio. Giusto o sbagliato che sia non importa, l'aborto c'è sempre stato, è una pratica che va avanti da secoli!
Quel che è cambiato con la legge 194 è che lo si può fare in un ospedale con l'assistenza di medici e infermieri e in un ambiente sterile che rende l'operazione sicura per la vita della donna che prende questa difficile decisione.

Se si togliesse la legge non si risolverebbe quindi il presunto problema etico e morale, l'aborto continuerebbe ad esistere come è sempre stato ma con il rischio aggiuntivo della morte della madre.

Per di più, trovo addirittura ripugnante la presunta superiorità morale con cui le persone antiabortiste si rivolgono alle donne che prendono la decisione di abortire: cosa ne sanno loro di quanto travagliata possa essere una tale decisione? Chi sono per giudicare gli altri?
L'aborto è una scelta, togliere la possibiltà di scegliere va contro ogni principio democratico per cui l'occidente ha sempre combattuto. Dovremmo poter scegliere anche come morire, estendere queste libertà, non limitarle.

Negli anni '70 la legge 194 venne vista come una conquista, ora c'è chi la condanna, eppure scegliere è ciò che ci rende liberi.


giovedì 1 novembre 2012

Un nuovo miracolo politico e atteggiamenti da leader

Come descrivere altrimenti il clamoroso successo del MoVimento 5 stelle in una regione storicamente indietro per quanto riguarda internet e adsl?
Il 18% in Sicilia significa almeno il 25% a livello nazionale e marzo è ancora lontano: c'è ancora tempo affinché i partiti possano spingere qualche altro migliaio di voti alla lista 5 stelle.

I partiti, sono proprio loro i veri sconfitti delle elezioni regionali in Sicilia. I loro numeri rispetto alle elezioni del 2008 sono infatti imbarazzanti, quelli del PDL particolarmente disastrosi:


I partiti sono talmente allo sbando che se ne è accorto pure Monti che, recentemente se nè uscito con questa dichiarazione: "Questo governo maledetto piace comunque più dei partiti".
Il che è vero ed è anche tutto dire visto che l'attuale governo non ha fatto altro che smantellare lo stato sociale.

Tuttavia non c'è solo gioia ed abbracci nel Movimento. A far discutere sono le regole imposte da Grillo per le elezioni politiche di marzo. Infatti sul suo blog compare un vero e proprio codice di comportamento che i candidati dovranno accettare per essere tali.
In particolare, sotto la voce "comunicazione" compare il divieto di partecipare ai talk show televisivi.
Conosciamo tutti l'avversione di Grillo verso le televisioni e il già noto "consiglio" agli eletti del MoVimento di non parteciparvi, ma imporre una regola vera e propria mi sembra assolutamente fuori luogo.
L'indipendenza delle liste civiche territoriali nel decidere programma e candidati è stata ampiamente testimoniata da tutti, perchè ora si vuole limitare tale indipendenza imponendo una regola scritta sgradita a molti?
La comunicazione è uno degli aspetti decisivi di una campagna elettorale e, i candidati, dovrebbero poter agire autonomamente senza imposizioni dall'alto.

A far discutere è anche uno dei requisiti per poter essere un candidato: bisogna infatti essersi presentati ad elezioni comunali e regionali in una lista del MoVimento. Tale requisito taglia fuori una fetta notevole di persone tra le quali, probabilmente, ci sono competenze non indifferenti. E' giusto premiare chi si è mosso in prima linea già da tempo ma, come ogni cosa, ha i suoi pro e i suoi contro.

Insomma, Grillo sta facendo troppo il leader, nonostante abbia detto ai giornalisti che tale termine non gli è gradito insieme a moltissimi altri... per la cronaca, le istruzioni ai giornalisti si davano in altri tempi e altri contesti.






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