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giovedì 29 settembre 2011

Romano salvato dalla Lega Nord, non è un gioco di parole

Continuano i salvataggi. Il ministro delle politiche agricole Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, rimane ancorato alla sua comoda seggiola. Non ha quindi avuto successo la mozione di sfiducia, respinta da un'ampia maggioranza di 315 voti. D'altronde con un leader come Berlusconi, amico di Dell'Utri e Mangano, c'erano ben pochi dubbi.

Una maggioranza nella quale rientra la sempre "coerentissima" Lega Nord, che un giorno, tramite il ministro dell'interno Maroni, si vanta di aver buttato dentro un sacco di mafiosi (merito per altro della polizia che fa indagini lunghe anche un decennio, non certo di qualche politico) e il giorno dopo protegge un collega accusato di associazione mafiosa.

Desta stupore poi l'astensione dei radicali dalla votazione, l'opposizione si conferma per quello che è: imbarazzante.

Grazie anche all'appoggio dei leghisti Romano ha potuto affrontare con arroganza la votazione, ciarlando, come il padrone, di "magistratura che vuole sostituirsi al Parlamento". Antonio Di Pietro, stavolta a ragione, ipotizza che "ci si sta preparando ad un voto di scambio, così come si fa tra i mafiosi. Lui resta al governo e loro in cambio restano attaccati alle loro poltrone. Questa la chiamo collusione”.
Come dargli torto?

Rinnovo i complimenti a Napolitano per aver fatto giurare cani e porci come ministri della Repubblica. Senza scomodare Pertini, anche solo Ciampi certa gente la avrebbe rispedita al mittente a calci.

Qui sotto i commenti degli "onorevoli" dopo la votazione, all'inizio si può apprezzare la consueta dimostrazione di educazione e civiltà di La Russa.

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