A differenza del Parlamento italiano il Tribunale di Milano non ha creduto alla favoletta della "nipote di Mubarak" e condanna Silvio Berlusconi a 7 anni di reclusione con annessa interdizione dai pubblici uffici.
Citando il Fatto Quotidiano "Berlusconi ha costretto la Questura di Milano a violare la legge per rilasciare
Ruby prima che parlasse e ha avuto incontri ravvicinati di tipo sessuale
a pagamento con una minorenne.
E, per salvarsi dalla condanna, ha pagato decine di testimoni (fra cui due deputati) per giurare il falso dinanzi ai giudici".
Sono queste le motivazioni di una sentenza che potrebbe avere anche ripercussioni politiche. Ritengo che sia più facile vedere cadere il governo per mano del PDL come rappresaglia contro le "toghe rosse" piuttosto che per pudore da parte del PD. I democratici non si vergognano di niente: come può una condanna in più di Berlusconi far cambiare loro idea sul loro alleato preferito?
Tutto può comunque succedere.
Nel frattempo ennesimo flop del Movimento 5 Stelle: prende il 70% a Ragusa e Piccitto è il nuovo sindaco. Sconfitto quindi Cosentini, il candidato appoggiato da UDC, PD e PDL (prove di inciucio anche a livello locale?)
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lunedì 24 giugno 2013
mercoledì 19 giugno 2013
La JPMorgan ci dà ancora lezioni
"I sistemi politici dei Paesi europei del Sud e in particolare le loro costituzioni, adottate dopo la caduta del fascismo, presentano caratteristiche inadatte a favorire l'integrazione europea. C'è forte influenza delle idee socialiste in special modo per quanto riguarda la tutela dei lavoratori"
Sono queste le parole che il colosso bancario trascrive su un documento di 16 pagine puntando così il dito sui paesi in crisi dell'eurozona chiedendo loro di fare riforme stutturali basate, udite udite, sull'austerità.
E' un mondo meraviglioso quello in cui i responsabili della crisi del 2008 accusano le principali vittime di essere il problema. La JPMorgan è stata infatti accusata formalmente nel 2012 dal governo americano di essere fra i principali responsabili della catastrofe finanziaria degli ultimi anni essendo fra gli inventori della cosiddetta "finanza creativa" che ci ha creativamente messo in ginocchio.
Ciò nonostante il gigante della finanza globale vuole darci lezioni su come uscire dalla crisi: austerity, austerity e ancora austerity nonostante quelle brutte e cattive costituzioni socialiste vorrebbero salvaguardare i popoli che le hanno ideate.
Parlando dell'Italia comunque la JPMorgan potrà stare tranquilla: qui è usuale calpestare la costituzione ogni sacrosanto giorno.
Sono queste le parole che il colosso bancario trascrive su un documento di 16 pagine puntando così il dito sui paesi in crisi dell'eurozona chiedendo loro di fare riforme stutturali basate, udite udite, sull'austerità.
E' un mondo meraviglioso quello in cui i responsabili della crisi del 2008 accusano le principali vittime di essere il problema. La JPMorgan è stata infatti accusata formalmente nel 2012 dal governo americano di essere fra i principali responsabili della catastrofe finanziaria degli ultimi anni essendo fra gli inventori della cosiddetta "finanza creativa" che ci ha creativamente messo in ginocchio.
Ciò nonostante il gigante della finanza globale vuole darci lezioni su come uscire dalla crisi: austerity, austerity e ancora austerity nonostante quelle brutte e cattive costituzioni socialiste vorrebbero salvaguardare i popoli che le hanno ideate.
Parlando dell'Italia comunque la JPMorgan potrà stare tranquilla: qui è usuale calpestare la costituzione ogni sacrosanto giorno.
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mercoledì 12 giugno 2013
Adele Gambaro e una strategia per la comunicazione
I risultati deludenti delle amministrative da parte del Movimento 5 Stelle impongono quanto meno un cambio di strategia per quanto riguarda la comunicazione: se la coordinazione fra il blog di Beppe Grillo e i gruppi locali può anche venir meno, diventa assolutamente indispensabile a livello nazionale con rappresentanti del Movimento in Parlamento. Semplicemente perchè i giornalisti continuano (anche giustamente per carità) a chieder conto ai parlamentari delle dichiarazioni rilasciate sul blog da Grillo mettendoli chiaramente in difficoltà. Il linguaggio provocatorio del comico va benissimo ma come possono fare lo stesso dei parlamentari della Repubblica italiana? Ci vuole diplomazia e, a remare contro in questo caso, c'è anche l'inesperienza e, a volte, l'ingenuità.
Se si parla strettamente di contenuti Beppe Grillo raramente ha torto:
- pensiamo al caso Rodotà: è sbagliato dire che è un miracolato della rete e che fino alla candidatura proposta dal Movimento era "in freezer"? Certamente non sarà stato con le mani in mano ma chi diavolo lo conosceva prima che il suo nome fosse portato alla ribalta dai 5 stelle? E' sbagliato, pertanto, dire che se aveva critiche da muovere poteva chiamare direttamente Grillo invece di rilasciare interviste su interviste? A parer mio no, Beppe Grillo aveva ragione. E' stata tuttavia una mossa intelligente criticarlo pubblicamente? No, assolutamente: è stata percepita come un'incoerenza. Si doveva fare finta di nulla, magari fare una telefonata a Rodotà stesso e parlargli facendo appello alla sua indiscutibile intelligenza.
- passiamo ora alla definizione di Parlamento come "tomba maleodorante": ha torto? Quando è stata l'ultima volta che il Parlamento ha fatto gli interessi degli italiani? Il Parlamento ospita condannati, corrotti ed evasori fiscali e ha agito spesso e volentieri in favore di questi. Quindi la definizione di Grillo non è sbagliata. E' stato giusto esternarla? No perchè con questa definizione poi i parlamentari del Movimento dovranno confrontarsi senza poter sostenere la stessa cosa: in Parlamento ci lavorano e lo fanno anche bene.
- infine c'è il recentissimo caso di Adele Gambaro, senatrice del M5S che ha definito Beppe Grillo la causa del flop del Movimento alle amministrative. Se è chiaro che a volte sbaglia ed esagera nelle sue esternazioni definirlo "la causa" mi sembra eccessivo anche perchè, se non fosse per lui, la senatrice non sarebbe di certo tale. Beppe Grillo riempie all'inverosimile ogni singola piazza in cui va a parlare e ha portato quasi con le sue sole forze in pochissimi anni un nuovo movimento politico in Parlamento. Come detto le strategie di comunicazione vanno riviste ma la signora Adele Gambaro è stata di un'ingenuità disarmante perchè Grillo ha ancora una volta ragione quando dice che le sue affermazioni danneggiano il Movimento.
E' stato giusto invitarla ad abbandonare il Movimento? Credo di no, queste decisioni vanno prese dal gruppo parlamentare. Ok, è stato un "invito" ma un invito di Grillo ha tanto il sapore di un ordine.
Riassumento credo che il Movimento 5 Stelle debba rivedere drasticamente il proprio modo di comunicare. Dal punto di vista dei parlamentarti far parlare chi è capace di farlo: i precedenti capigruppo non sono stati, a parer mio, all'altezza per quanto riguarda la comunicazione con l'esterno. Episodi come quello della Gambaro andrebbero evitati (supponendo che non ci sia malafede ovviamente, altrimenti c'è ben poco da fare). Dal lato di Beppe Grillo sarebbe utile confrontarsi quotidianamente con i parlamentari e riflettere, prima di scrivere qualcosa, se ciò che andrà sul blog potrà mettere in difficoltà i propri ragazzi davanti alla stampa.
Per il resto non facciamo drammi: i cambiamenti richiedono tempo anche se, il Paese, di tempo, ne ha sempre meno.
Se si parla strettamente di contenuti Beppe Grillo raramente ha torto:
- pensiamo al caso Rodotà: è sbagliato dire che è un miracolato della rete e che fino alla candidatura proposta dal Movimento era "in freezer"? Certamente non sarà stato con le mani in mano ma chi diavolo lo conosceva prima che il suo nome fosse portato alla ribalta dai 5 stelle? E' sbagliato, pertanto, dire che se aveva critiche da muovere poteva chiamare direttamente Grillo invece di rilasciare interviste su interviste? A parer mio no, Beppe Grillo aveva ragione. E' stata tuttavia una mossa intelligente criticarlo pubblicamente? No, assolutamente: è stata percepita come un'incoerenza. Si doveva fare finta di nulla, magari fare una telefonata a Rodotà stesso e parlargli facendo appello alla sua indiscutibile intelligenza.
- passiamo ora alla definizione di Parlamento come "tomba maleodorante": ha torto? Quando è stata l'ultima volta che il Parlamento ha fatto gli interessi degli italiani? Il Parlamento ospita condannati, corrotti ed evasori fiscali e ha agito spesso e volentieri in favore di questi. Quindi la definizione di Grillo non è sbagliata. E' stato giusto esternarla? No perchè con questa definizione poi i parlamentari del Movimento dovranno confrontarsi senza poter sostenere la stessa cosa: in Parlamento ci lavorano e lo fanno anche bene.
- infine c'è il recentissimo caso di Adele Gambaro, senatrice del M5S che ha definito Beppe Grillo la causa del flop del Movimento alle amministrative. Se è chiaro che a volte sbaglia ed esagera nelle sue esternazioni definirlo "la causa" mi sembra eccessivo anche perchè, se non fosse per lui, la senatrice non sarebbe di certo tale. Beppe Grillo riempie all'inverosimile ogni singola piazza in cui va a parlare e ha portato quasi con le sue sole forze in pochissimi anni un nuovo movimento politico in Parlamento. Come detto le strategie di comunicazione vanno riviste ma la signora Adele Gambaro è stata di un'ingenuità disarmante perchè Grillo ha ancora una volta ragione quando dice che le sue affermazioni danneggiano il Movimento.
E' stato giusto invitarla ad abbandonare il Movimento? Credo di no, queste decisioni vanno prese dal gruppo parlamentare. Ok, è stato un "invito" ma un invito di Grillo ha tanto il sapore di un ordine.
Riassumento credo che il Movimento 5 Stelle debba rivedere drasticamente il proprio modo di comunicare. Dal punto di vista dei parlamentarti far parlare chi è capace di farlo: i precedenti capigruppo non sono stati, a parer mio, all'altezza per quanto riguarda la comunicazione con l'esterno. Episodi come quello della Gambaro andrebbero evitati (supponendo che non ci sia malafede ovviamente, altrimenti c'è ben poco da fare). Dal lato di Beppe Grillo sarebbe utile confrontarsi quotidianamente con i parlamentari e riflettere, prima di scrivere qualcosa, se ciò che andrà sul blog potrà mettere in difficoltà i propri ragazzi davanti alla stampa.
Per il resto non facciamo drammi: i cambiamenti richiedono tempo anche se, il Paese, di tempo, ne ha sempre meno.
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martedì 4 giugno 2013
La truffa della proposta di legge per l'eliminazione dei rimborsi elettorali
Questo governo è meraviglioso: propone un disegno di legge per eliminare il finanziamento pubblico ai partiti.
"Era ora!" verrebbe da dire, visto che un referendum li aveva bocciati già nei primi anni Novanta... e invece no! Perchè l'eliminazione dei rimborsi elettorali vede la nascita delle "donazioni" da parte dei cittadini tramite un 2x1000. Donazioni fra virgolette perchè, secondo questo disegno di legge, l'unico modo per non destinare questi soldi ai partiti è darli allo Stato che, comunque, piacerebbe sapere come li spenderebbe. Se il cittadino non lo indica espressamente o non decide nemmeno quale partito sostenere allora i suoi soldi andranno in un fondo comune diviso proporzionalmente fra tutti i partiti. Il funzionamento è analogo all'8x1000: se non si dice dove destinare i propri soldi vanno alla Chiesa Cattolica.
Come se non bastasse questo meccanismo che ha il sapore amaro della pura e semplice presa per il culo, "donare" ai partiti diventa anche più conveniente rispetto ad eventuali donazioni alle onlus, così come ben rilevato dal Fatto Quotidiano quest'oggi (QUI l'articolo)
Insomma come al solito, per fare citazioni illustri, "ci pisciano in testa e ci dicono che piove".
Tuttavia, è bene specificare, che ancora nulla è deciso: si tratta di una proposta che deve ancora essere approvata in Parlamento. L'andazzo comunque è quello sopra descritto, qualcuno sperava davvero in qualcosa di meglio???
"Era ora!" verrebbe da dire, visto che un referendum li aveva bocciati già nei primi anni Novanta... e invece no! Perchè l'eliminazione dei rimborsi elettorali vede la nascita delle "donazioni" da parte dei cittadini tramite un 2x1000. Donazioni fra virgolette perchè, secondo questo disegno di legge, l'unico modo per non destinare questi soldi ai partiti è darli allo Stato che, comunque, piacerebbe sapere come li spenderebbe. Se il cittadino non lo indica espressamente o non decide nemmeno quale partito sostenere allora i suoi soldi andranno in un fondo comune diviso proporzionalmente fra tutti i partiti. Il funzionamento è analogo all'8x1000: se non si dice dove destinare i propri soldi vanno alla Chiesa Cattolica.
Come se non bastasse questo meccanismo che ha il sapore amaro della pura e semplice presa per il culo, "donare" ai partiti diventa anche più conveniente rispetto ad eventuali donazioni alle onlus, così come ben rilevato dal Fatto Quotidiano quest'oggi (QUI l'articolo)
Insomma come al solito, per fare citazioni illustri, "ci pisciano in testa e ci dicono che piove".
Tuttavia, è bene specificare, che ancora nulla è deciso: si tratta di una proposta che deve ancora essere approvata in Parlamento. L'andazzo comunque è quello sopra descritto, qualcuno sperava davvero in qualcosa di meglio???
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