E' stato un inno all'italianità: Benigni ha risvegliato l'orgoglio di essere italiani semplicemente ricordando la grandezza dei primi 12 articoli della nostra costituzione e ciò che rappresentano.
Ho amato tutto di quello spettacolo ma, in modo particolare, un concetto semplice e banale: amare la politica in quanto interessarsi di politica è interessarsi della propria vita e di quella dei propri figli. Mi ha emozionato quando Benigni l'ha detto; d'altronde quando chi pronuncia una banalità la fa diventare poesia allora è chiaro che siamo di fronte ad un Artista (e la maiuscola non è casuale).
C'è chi lo ha criticato con aria da professore e atteggiamento sprezzante dichiarando che Benigni non è un costituzionalista sottolineando la sua inadeguatezza in quel ruolo come se avesse mai avuto l'intenzione di esserlo. La bellezza di quella serata sta proprio in questo: spiegare la costituzione ad un pubblico che per il 95% non la conosceva affatto e in un modo tale da farla apprezzare anche da un bambino.
Non parliamo poi dei fenomeni che parlano del suo compenso con intento polemico; ebbene dico loro che probabilmente l'unico spettacolo annuale di Benigni è uno dei pochissimi motivi per cui varebbe la pena pagare il canone. Senza ovviamente considerare il non trascurabile guadagno, sicuramente superiore all'ingaggio di Benigni, che l'azienda acquisirà dalla sua apparizione.
Se poi si fanno i confronti con un altro tipo di televisione allora i commenti si sprecano. Bruno Vespa ad esempio... ma come non citare la recentissima apparizione di Berlusconi da Barbara d'Urso che, con il suo caratteristico sguardo da cane bastonato, ha ascoltato la struggente confessione di Berlusconi che si sentiva solo dopo il divorzio e la morte della mamma.
Una confessione che ha seguito la promessa di togliere l'IMU (dopo che in Parlamento il suo partito l'ha approvata) senza la minima copertura finanziaria per mantenerla: ma d'altronde si sa, gli italiani sono un popolo variegato; c'è chi ricorda come un bene prezioso la Costituzione di 65 anni fa e chi dimentica la storia politica dell'anno prima.
Scusate la mia vena polemica, questo voglio che sia un giorno di festa, perchè per una volta ho sentito che la RAI ha reso un vero servizio pubblico ai cittadini.
Per i pochi "folli" che si fossero persi lo spettacolo, lo ripropongo qui sotto sperando di fare cosa gradita; insieme ovviamente agli assoluti protagonisti dello show: i principi fondamentali della Costituzione italiana.
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata
sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita
nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento
dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,
di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli
di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto
al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo
questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere,
secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un'attività
o una funzione che concorra al progresso materiale o
spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove
le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo
Stato il più ampio decentramento amministrativo;
adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle
esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze
linguistiche.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.
Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti,
non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno
diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto
non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge
sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle
norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata
dalla legge in conformità delle norme e dei trattati
internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite
dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel
territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite
dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero
per reati politici.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa
alla libertà degli altri popoli e come mezzo
di risoluzione delle controversie internazionali; consente,
in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad
un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo.
La bandiera della Repubblica è il tricolore
italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali
di eguali dimensioni.
Benigni e' un GRANDE - vespa e' solo un servo (pagato piu' di Benigni)
RispondiEliminapeccato che tanti di quei princípi stabiliti dalla costituzione rimangano solo sulla carta...
RispondiEliminaSpesso mi chiedo per quale motivo vengono approvate e promulgate leggi che poi risultano "INCOSTITUZIONALI", o che non rispondono a quello che c'é scritto nella costituzione.
RispondiEliminaMi chiedo spesso: ma chi sta in parlamento si rende conto che deve rispettare le regole o ci sta solo per RUBARE la paga e sfruttare la posizione per i propri sporchi interessi???
Penso che sia più probabile la seconda ipotesi, ma penso anche che quella gente è come noi, quindi credo che al loro posto faremmo lo stesso.
Non è una giustificazione!
E' evidenziare una realtà.
Quindi per cambiare occorre un' altra mentalità e ricambio generazionale.
nooo vespa non e' un servo e' un insetto .anche i vermi sono insetti ?
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