Iniziamo dal sempre verde (in tutti i sensi) Calderoli che definisce il ministro Kyenge un orango. Sarebbe meraviglioso poter etichettare questo personaggio come un imbecille qualsiasi da ignorare bellamente tuttavia, questo signore, è l'attuale vicepresidente del Senato della Repubblica italiana votato, e quindi voluto in tale carica, da 119 parlamentari compresi quelli del Partito Democratico. Credevano che Calderoli fosse l'uomo adatto per ricoprire un importante ruolo istituzionale? Eppure qualche piccolo indizio sul valore della sua persona l'aveva lasciato in passato... giusto per fare un paio di esempi:
- "alcune etnie hanno una maggiore propensione a delinquere"
- "tornino giu nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie"
Di questo ometto e delle sue esternazioni se ne è accorto anche il Financial Times contribuendo in questo modo a peggiorare la nostra già magnifica reputazione all'estero.
Rispetto alle parole tuttavia, restano di gran lunga peggiori le azioni, come ad esempio consegnare innocenti nelle mani della dittatura kazaca. Il ministro dell'Interno Alfano si giustifica dicendo che lui non ne sapeva nulla... come se fosse una cosa normale... e poco importa se la Costituzione impone il principio della responsabilità oggettiva per il quale ogni ministro è responsabile del proprio ministero. A pagare sono stati come sempre i pesci piccoli mentre la mozione di sfiducia per Alfano è stata bocciata dal partito unico PD-PDL.
Se la nostra politica estera fa pietà possiamo come sempre "consolarci" sul lato interno. Infatti la mozione del M5S che chiedeva la sospensione dei pagamenti dei rimborsi elettorali di luglio per destinarli dove realmente sarebbero serviti è stata bocciata dall'intero Parlamento ad eccezione della Lega Nord e, ovviamente, dal Movimento 5 Stelle stesso.
E' facile fare gli splendidi in campagna elettorale promettendo la rimozione dei rimborsi, poi quando si tratta di incassare nessuno si tira indietro (sempre M5S a parte).
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