Nel 2012 l'Italia dovrà pagare la bellezza di 66 miliardi di euro per le spese energetiche. Inutile dire che una grossa fetta di questi miliardi sarà usata per il petrolio.
I tecnici hanno confermato la sostanziale nullità della politica energetica italiana: è uno dei più grossi problemi del nostro paese e, deliri sul nucleare di Berlusconi a parte, nessuno è mai riuscito a tirare fuori qualche idea sensata.
L'Italia ha un potenziale enorme per quanto riguarda l'energia geotermica (fonte: analystgroup), la nostra ricchezza, sotto questo profilo, è seconda solo all'Islanda. Le ricerche, ferme dagli anni '90, sembrano smuoversi dopo l'approvazione del protocollo di Kyoto; tuttavia gli investimenti risultano essere ancora troppo esigui.
E per quanto riguarda il fotovoltaico? La posizione geografica dell'Italia, inutile dirlo, è assolutamente ideale per lo sfruttamento di questo tipo di energia, ben più della Germania ovviamente che, comunque, ci sta investendo parecchio. Sul piano politico tuttavia, la situazione è tutt'altro che ideale visto che ci sono addirittura aziende specializzate sull'orlo del fallimento in un settore che dovrebbe essere florido e in crescita.
Aldilà del geotermico una produzione "fai da te" dell'energia è la strada da percorrere in futuro. Una strada su cui investire e su cui porre forti incentivi. Perfino la Norvegia, grosso esportatore di petrolio, dal 2015 non venderà più auto a benzina.
D'altronde c'è chi ha lungimiranza... e poi c'è l'Italia.
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